sabato 31 luglio 2010

MUMBLE MUMBLE… 18

Il copyright nella terra dei manga.
La tutela del diritto d’autore assume in Giappone dei risvolti leggermenti inquietanti, fatti di eccessi di controllo e di larvate minacce. Chi scrive non è un legale e non ha una conoscenza approfondita del diritto nipponico, quindi le riflessioni che seguono sono esclusivamente frutto di anni di esperienze personali, costantemente a contatto con editori e autori giapponesi. Inoltre, preciso subito di essere uno strenuo difensore del diritto d’autore, ma ritengo che che certe prese di posizione “estreme” siano insensate e creino più danni che vantaggi agli autori e alle loro opere. Il problema di fondo consiste nel fatto che gli editori giapponesi non riconoscono, nemmeno minimamente, il diritto di citazione. In altre parole l’utilizzo di anche una sola immagine per illustrare un articolo, una recensione, un saggio dedicato a un loro fumetto, viene da loro etichettato come “pirateria”. Una rivista come Scuola di fumetto, per esempio, è per gli editori giapponesi impensabile (infatti in Giappone le riviste di informazione sui manga sono quasi inesistenti), dato che per ogni immagine andrebbe richiesta autorizzazione alla rispettiva casa editrice. E il problema non si limita al fatto di dover chiedere un permesso (cosa lunga e faticosa, ma fattibile), bensì si ingigantisce di fronte alle conseguenze della richiesta. L’editore giapponese, infatti, per concedere anche una sola immagine chiederà di leggere l’articolo (e subito si prospetta il problema della libertà di stampa, dato che non prenderà con benevolenza nessuna critica), magari vorrà del denaro per l’utilizzo dell’immagine, spesso obietterà che non vuole che su una stessa pubblicazione siano presenti suoi manga vicino a manga di editori concorrenti. Insomma, paralizzerà per mesi la pubblicazione, rendendo l’atto di cortesia iniziale (la richiesta di autorizzazione a usare l’immagine) una vera e propria mina vagante. Tutto ciò diventa ancora più paradossale di fronte al fatto che in realtà gli editori giapponesi il più delle volte non possiedono i diritti dei manga, i quali restano saldamente nelle mani degli artisti (al contrario di alcuni editori occidentali, come Disney o Marvel, che hanno il controllo totale sui propri personaggi). In pratica, l’editore svolge un ruolo da intermediario, quasi da agente, ma non può disporre a piacimento dell’opera altrui. Infatti, i mangaka devono dare il proprio benestare prima che l’editore firmi un contratto per un’edizione estera. Si penserà allora che siano gli artisti a essere così gelosi e protezionisti nei confronti dei loro lavori. Spesso, invece, non è così, sono al contrario ignari, o indifferenti, di fronte al “pressing” delle case editrici. Per fare un esempio pratico, quando ero editor dell’edizione italiana di un manga di Toshiki Yui chiesi all’autore una piccola intervista da pubblicare in appendice all’albo. Molto cortesemente, Yui acconsentì volentieri. Una volta pubblicato il manga, però, ricevetti un severo rimprovero dalla casa editrice giapponese, la Shueisha, che, in sintesi, mi chiedeva chi mi avesse autorizzato. A parte l’illogicità della domanda (era ovvio che mi avesse autorizzato l’autore, dato che era stato lui a rispondere alle domande), sorprendente fu il fatto che anche Yui rimase molto meravigliato della cosa, dato che giustamente riteneva di potere concedere interviste a chicchessia e dato che i diritti del manga erano in ultima istanza suoi. Gli editori nipponici, insomma, cercano di mantenere un controllo strettissimo sulle opere che pubblicano, anche quando non ne hanno un vero diritto e anche quando questo diventa deleterio, dato che tende a bloccare una maggiore informazione (e quindi pubblicità) sui manga. Certamente un Dragonball e un One Piece (tanto per fare due nomi), già estremamente popolari in tutto il mondo, non necessitano di pubblicità, ma serie e autori meno commmerciali e meno noti possono solo ottenere dei vantaggi da una rassegna stampa che li presenti a un pubblico che ancora non li conosce. Un concetto che i grandi editori giapponesi (o i loro modesti funzionari) ancora non sembrano avere compreso.

venerdì 30 luglio 2010

FUMETTI IN 3D


A partire dal 14 agosto la casa editrice Hobby & Work lancerà in edicola la collezione "I protagonisti dei Fumetti 3D Collection", composta da miniature in metallo (o "soldatini") di 95 centimetri d'altezza dei più famosi personaggi del fumetto italiano, accompagnate da fascicoli di 16 pagine in grande formato. Ovviamente ogni fascicolo sarà incentrato sulla miniatura allegata, fornendo informazioni sul personaggio, amici, nemici, mondo, autore, ecc. Il tutto corredato da moltissime immagini.

Ad aprire le danze sarà Diabolik (venduto al prezzo lancio di 4,99 euro), seguiranno Zagor (a 7,99), Tex Willer (a 10,99 euro, come tutte le uscite successive), Mister No e molti altri. Si segnala una predilezione per i personaggi Bonelliani e loro amici (per esempio Cico) e nemici (per esempio Mefisto), ma anche personaggi provenienti dal fumetto erotico (Miele di Manara) e d'autore (Valentina di Crepax).
I collezionisti impazienti comincino pure a tampinare i loro edicolanti di fiducia.

sabato 24 luglio 2010

DAL BRASILE


L'amico Luigi, mezzo brasilero e mezzo italianspaghetti, mi ha recentemente inviato mail sulla produzione brasiliana, e in particolare sui fumetti in stile manga realizzati da autori locali. Dato che mi sembrano informazioni interessanti, condivido qui quelle relative alla serie Holy Avenger. Le parole sono di Luigi. Altre informazioni su Holy Avenger sono rintracciabili su Wikipedia.
"In Brasile, in particolare dove abitavo io (Goiania, accanto a Brasilia, capoluogo di Goias), c'è molta gente che aprezza i manga e la cultura orientale. E che apprezzano anche i giochi di ruolo. I manga più famosi sono quelli che hanno mischiato i manga e i giochi di ruolo, aumentando considerevolmente i clienti di questi ultimi. Si tratta di Fantasy con belle storie, e a differenza degli orientali, con poche scene di battaglia, incentrate molto di più sulla trama.
Esistono anche altri manga nazionali, ma pochi sono riusciti a superare il secondo numero. Dal 2002 in poi, queste produzioni hanno preso una direzione inaspettata. Marcelo Cassaro e la sua compagnia pubblicavano già da cinque anni una rivista di giochi di ruolo (Dragao Drasil), e hanno deciso di dare spazio ai manga nazionali, lasciando sempre da cinque a dieci pagine extra per queste storie. L'iniziativa abbe successo e dopo qualche hanno, Marcelo insieme a Erica Awano decisero di pubblicare Holy avenger, con i primi numeri come extra della loro rivista. La serie non ebbe molto successo, ma dopo i primi dieci capitoli le vendite aumentarono vertiginosamente (nessuno sa il perchè), riuscendo così a portare la serie fino alla sua conclusione nel capitolo 40."

MUMBLE MUMBLE… 17

"Giocare con le parole" potrebbe essere il titolo di questo breve post. È il lavoro di noi giornalisti giocare con le parole, ed è normale "infiocchettare" le opere che realizziamo con aggettivi positivi, addirittura altisonanti (dopotutto dobbiamo venderlo, o farlo vendere ai nostri editori). Ma mi sembra che ultimamente si giochi un po' troppo. Mi riferisco a due lanci pubblicitari visti di recente (ma in giro potrebbero essercene altri, magari segnalatemeli). Corriere e Gazzetta lanciano una collana con i fumetti di Corto Maltese e la definiscono "inedita". Come inedita? Corto è stato pubblicato in tutte le salse, Pratt, il suo autore è morto, da dove arriva il materiale inedito? Poi si va a leggere meglio e si scopre che inedito è il formato, le storie sono ovviamente le stesse. DeAgostini lancia la "nuova" collana Disegna Manga & Anime. Nuova? È la stessa pubblicata un anno fa, si tratta semplicemente di un rilancio con lievissime modifiche. Nulla di grave, per carità, ma sa un po' di presa in giro. Personalmente mi infastidisce un pizzico, mi sembra che in questo modo il lettore (e anche io appartengo a tale categoria) venga trattato un po' da fesso. Che ne pensate?

giovedì 22 luglio 2010

IL CONCORSO DI PRADA


Prada lancia un concorso per la creazione di un personaggio femminile fantasy per un potenziale fumetto. Unica richiesta, che il personaggio indossi occhiali Praga. Il premio è decisamente allettante (5.000) euro, la scadenza, purtroppo, molto vicina (31 agosto). Maggiori informazioni sul sito www.prada.com. Consiglio agli aspiranti fumettisti, ma anche ai fumettisti professionisti, di buttarci un occhio.

sabato 10 luglio 2010

NOSTALGIA CANAGLIA


Sistemando alcuni fumetti nel mio archivio, mi sono imbattuto in una pila di comicbook originali di Star Wars (al tempo editi dalla Marvel). Al loro interno c'erano queste pubblicità che mi hanno strappato un sorriso nostalgico. Lo condivido con i lettori di questo blog.