sabato 31 dicembre 2011

SNOOPY GIRAMONDO


Ho già postato un intervento simile qualche tempo fa, ma mi piace ribadire il concetto. Esercitano sul sottoscritto un fascino notevole i volumi che, presumibilmente, hanno girato mezzo mondo e sono passati tra le mani di molti lettori. Come questo volumetto per ragazzi di Snoopy. Realizzato e stampato negli Usa, è stato comprato dal sottoscritto a Tokyo, su un banchetto di Jinbocho (quartiere delle librerie). Solo 100 yen (circa 1 euro), per un volume evidentemente usato (ma l'interno è in ottimo stato) e quindi probabilmente letto e sfogliato molte volte. Ora si trova nella mia libreria, in provincia di Parma, avendo così "visitato" almeno tre continenti. Chissà quanti bambini (e adulti) ne hanno condivisa la piacevole lettura…

martedì 20 dicembre 2011

IL NATALE DI ALESSANDRI


Questa cartolina disegnata da Ferruccio Alessandri (un mito!) ha più di venti anni, ma rimane estremamente attuale.

domenica 18 dicembre 2011

NATALE TOPOLINESCO


Un paio di Topolino di qualche anno fa a tema evidentemente natalizio. Topo auguri a tutti!

domenica 11 dicembre 2011

ZORRY KID IN 3D


La collana "Fumetti in 3D" della Hobby & Work continua a crescere. Tra i nuovi personaggi, in uscita nei prossimi mesi, ci sarà anche Zorry Kid di Benito Jacovitti. Per l'occasione, rispolvero una mia vecchia introduzione, apparsa sul volume pubblicato anni fa da Edizioni IF. Zicchet, zacchete, Zac!

VIETATO COSARE!

Vietato cosare! Lo dico una volta sola e non intendo ripetermi, ostregheta! Quindi mettetevi buoni buoni a sedere, lettori della malonza, che debbo introdurvi al fantastico mondo di Zorry Kid e del suo mirabolante autore, Benito Franco Giuseppe Jacovitti, per gli amici Jac e, per ammissione della sua stessa figliuola, uomo “assurdo, fantasioso, surreale, inaffidabile e pazzerellone.” La peppa, che presentazione altisonante! Il buon Benito si è invece definito (notare il sopraffino giuoco di parole) “un clown, un pagliaccio. Sono orgoglioso di essere un pagliaccio. Sono un matto.” Mondo pistacchio! Davvero un peperino! In effetti Jacovitti, nato in quel di Termoli il 9 marzo 1923, ha cominciato a dare segni di risata tremens fin da giovanissimo. Porcalanonna, a soli sedici anni già collaborava per il miticissimo Vittorioso, settimanale cattolico che ha faticato non poco a contenerne l'anarchico umorismo. Erano i tempi dei 3P, ovvero Pippo, Pertica e Palla, dove Pertica assomigliava proprio a Jacovitti, anche se chi l'ha conosciuto molti anni dopo l'avrebbe abbinato più a Palla. Magnana per la magnana, gli anni oltre a invecchiare ingrassano. Non scalpitate (cosa siete, cavalli?) lo so bene che il personaggio più famoso dello Jac nazionale è Cocco Bill, datemi il tempo di arrivarci, mondo pistola! Il cowboy che beve camomilla nasce infatti il 28 marzo 1957 su Il giorno dei ragazzi. A cavallo di Trottalemme (che ovviamente è un cavallo, altrimenti non ci andrebbe a cavallo!) sparazza in lungo e in largo per il Far West del milleottocentocinquantaquindici. Ma ora a remengo ogni divagazione, siamo infatti qui convenuti per parlare di Zorry Kid. Lo spagnoleggiante spadaccino è stato creato nel 1968 per il Corriere dei Piccoli, ma è apparso anche su Il Giornalino. Ai primi dell'Ottocento la cosa, la California, è un possedimento che se la passa male a causa del suo dispotico governatore, Don Pedro Magnapoco, amante di tasse, balze, balzelli e imposte varie (e neanche un condono in vista!). Ma contrastarlo c'è nientepopòdimenoche un misterioso caballero masquerado, Zorry Kid, la cui vera identità è Kid Paloma, ragazzotto tifoso del flamengo (non la squadra di calcio, il ballo). E ora, porcaccia loca, voglio anche farvi notare quanto è buffo Jacovitti quando riempie le sue vignette di salami con le gambe, uova parlanti, lische di pesce, polli arrosto volanti, serpenti col cappello, cani che fanno la cacca nel vasino, pesci volanti, piedoni, matite, lische di pesce (che è anche la sua firma), teschi, pettini, fiaschi di vino. “Ho paura del nulla”, diceva Jacovitti, e bravo stella riempiva di ognibendidio tutti gli spazi bianchi, che a guardare una sua tavola viene quasi il mal di testa, ma si ride di brutto. E i suoi personaggi lo sanno di essere in un fumetto: saltano da una vignetta all'altra, le capovolgono per fare uscire l'acqua, si abbassano per non picchiare la testa contro il bordo superiore e molto altro ancora. Ma quello che mi fa scompisciare più di tutti è Carmelito Battiston, maggiordomo di Kid Paloma, i cui balloon sono tutti bianchi perché sa leggere ma non scrivere. Diavolo di un Benito! Ma lo sai che il tuo nome è tornato di moda? Tu però ci manchi tanto, da quando il 3 dicembre 1997 ci hai lasciati orfani di mille personaggi. Osti, non so se sei finito all'Inferno o in Paradiso, ma certo è che dove sei ora deve essere pieno di disegni dappertutto. Un abbraccio dall'aldiquà.

venerdì 9 dicembre 2011

L'ALBERO DI DENNIS


Nuovo post a tema natalizio. Questa volta tocca a una bella vignetta di Dennis la minaccia. Alla prossima.

IL NATALE SI AVVICINA


Il Natale si avvicina, è quindi giunto il momento di postare immagini che abbinano i fumetti alla festa. Prometto che nei prossimi giorni ne posterò altre. Si comincia con la Marvel.

giovedì 8 dicembre 2011

RICORDANDO BONELLI


Un giorno di diversi anni fa, mentre ero in giro a svolgere commissioni, mi squillò il cellulare. Sullo schermo apparve un numero sconosciuto. Aprii la conversazione col classico "pronto" e, dall'altra parte, una voce rispose "ciao, sono Sergio Bonelli". "Come no, Bonelli in persona", feci io con fare sarcastico. E il mio interlocutore: "in persona, chiamo per farti i complimenti per i tuoi articoli." Ero un po' indeciso... Nervoso perché avevo appena discusso con la questura per un passaporto che non arrivava mai, stavo decidendo se mandare al diavolo l'autore della telefonata. Ora, per non creare confusione, devo aprire un paio di parentesi. Sebbene io conoscessi già Bonelli da diversi anni (lo intervistai la prima volta che ero solo diciottenne), non eravamo propriamente amici e certamente lui non aveva il mio numero di cellulare. Secondo, io e il mio amico Gabriele in quel periodo eravamo soliti farci scherzi telefonici (che ci volete fare, siamo bambinoni) che vertevano prevalentemente sul fingersi personalità del mondo del fumetto (digressione nella digressione, a me ne era venuto particolarmente bene uno in cui fingevo di essere un vecchio autore di fumetti che lo tormentava per avere del lavoro). Sta di fatto che quel famoso giorno io pensai che Gabriele mi stesse prendendo per i fondelli e che con i complimenti facesse leva sul mio egocentrismo per farmi cadere nella sua trappola (che uomo diabolico!). Mentre pensavo tutto ciò, la voce dall'altra parte continuava a snocciolare complimenti sui miei redazionali pubblicati su Mister No e io cominciai a pensare "accidenti, Gabriele imita davvero bene la voce di Bonelli". Un dubbio mi balenò per la mente "e se fosse veramente Bonelli?". "Ma sei davvero Bonelli?" (come chiedere all'oste se il vino è buono…) La risposta affermativa, accompagnata dalla frase "mi capita spesso che non mi credano alla prima telefonata" mi convinse. In effetti, dopo essersi procurato il mio numero (proprio da quel doppiogiochista di Gabriele, che comincio a credere non mi disse niente per indurmi a cadere in errore, sempre più diabolico), Bonelli mi chiamò veramente per farmi i complimenti. Dopo quella volta, ricapitò di tanto in tanto (tipo una volta all'anno) che telefonasse per lo stesso motivo. Sinceramente, non so quanto quelle telefonate (che faceva anche ad altri) fossero semplicemente di cortesia e quanto credesse veramente negli elogi diretti al suo interlocutore. Ma il fatto che una persona a capo di una casa editrice così importante, ed evidentemente pieno di impegni, trovasse il tempo per chiamare uno scribacchino come il sottoscritto l'ho sempre trovato un gesto di grande classe e umanità. Non riceverò più quelle telefonate, ma almeno ho una storia da raccontare, quella di quella volta che per un pelo non mandai a quel paese Sergio Bonelli. Grazie di tutto, Sergio.

domenica 23 ottobre 2011

IL COMUNICATO DELLA GAZZETTA: ARRIVA LUPIN !!!


La Gazzetta dello Sport presenta “Lupin III – Film Collection”, una raccolta dei cartoni più amati di sempre, arricchita dalle preziose chicche inedite “Verde contro rosso”, “La lampada di Aladino”, e “L’elusività della nebbia”.
Un inconsueto giallo dal forte contenuto umoristico e dall’intreccio efficace che ha consacrato l’immagine del ladro ironico e accattivante, sempre di corsa tra Tokyo, Parigi, New York, Londra, ma anche Egitto, Alaska, India, Cina e Foresta Amazzonica in cerca di avventure rocambolesche e inseguito dalla polizia di tutto il mondo torna grazie all’iniziativa della Gazzetta.
Insieme agli episodi cult della serie rientrano nella collezione anche le tre chicche inedite “Verde contro rosso”, “La lampada di Aladino”, e “L’elusività della nebbia”.
Nella prima uscita inedita”Verde contro Rosso” vedremo Yasuo, giovane barista che si trasforma, all’occorrenza, in un abile ladruncolo, che per dare una svolta “eroica” alla sua vita, si ispira al suo mito, Lupin III, e si lancia in una impresa degna appunto di Lupin: rubare un enorme diamante grezzo. Il travestimento di Yasuo è così perfetto che inganna anche Jigen e Goemon. Una cosa sola distingue i due Lupin: uno ha la giacca verde e l’altro rossa…
I dvd saranno in edicola da venerdì 28 ottobre con cadenza settimanale e costeranno 9,99 euro, oltre il costo del quotidiano. I primi tre saranno gli inediti Verde contro rosso”, “La lampada di Aladino”, e “L’elusività della nebbia”.
Maggiori informazioni nei prossimi giorni.

mercoledì 19 ottobre 2011

ANCORA SULL'AUDACE COLPO IN GAZZETTA

Mentre le forze dell'ordine portano avanti le loro indagini, filtrano nuovi dettagli sull'audace colpo condotto giorni fa ai danni della Gazzetta dello Sport. Pare che il ladro introdottosi per rubare i progetti di una nuova iniziativa editoriale non abbia agito da solo, ma sia stato aiutato da almeno due complici (a quanto pare extracomunitari). Inoltre alcuni testimoni sostengono che la giacca indossata dal ladro fosse rossa, mentre altri sono convinti fosse di colore verde. Per fare chiarezza sulla questione è probabile che nei prossimi giorni la Gazzetta diffonderà un comunicato ufficiale.

lunedì 10 ottobre 2011

LIZARD AL POSTO DI VENOM

Cambia leggermente il programma delle uscite della collana Marvel T-shirt Collection della Hobby & Work. Il posto di Venom viene preso da Lizard, storico avversario (ma anche amico, nella sua versione umana) di Spider-Man.

mercoledì 5 ottobre 2011

AUDACE COLPO IN GAZZETTA

Il quotidiano la Gazzetta dello Sport negli ultimi anni si è reso protagonista di pregevoli iniziative legate al mondo del fumetto e dell’animazione, dando alle stampe lussuose collane dedicate a importanti serie e personaggi del mondo delle nuvolette. Negli scorsi giorni proprio la Gazzetta è caduta vittima di un rocambolesco furto, avente quale obiettivo una di tali collane. Il giornale è infatti al lavoro su un nuovo progetto di imminente uscita (di cui ha realizzato studio grafico, elenco titoli e campagna promozionale), ma ancora top secret e quindi gelosamente custodito negli uffici della redazione. Un ignoto ladro è però riuscito a introdursi nello storico edificio di via Solferino passando da una finestra ai piani alti e, presumibilmente indossando un travestimento, a sottrarre la documentazione relativa al progetto per poi allontanarsi indisturbato uscendo dal portone principale. Gli attoniti redattori e grafici non hanno potuto far altro che constatare la sparizione delle carte, mentre le indagini sullo strano furto hanno portato all’acquisizione unicamente di qualche vago dettaglio sul suo artefice, che dovrebbe essere un uomo alto che indossa giacca e cravatta. È stato quindi diramato un comunicato che invita le redazioni di riviste cartacee e telematiche, specie quelle specializzate in narrativa disegnata, a informare immediatamente le forze dell’ordine nel caso qualcuno offrisse loro la vendita di informazioni sulla nuova collana della Gazzetta. Nel frattempo, le ricerche del colpevole continuano.

lunedì 26 settembre 2011

ADDIO, SERGIO

Nella rete rimbalza la notizia della scomparsa, avvenuta nella notte, di Sergio Bonelli. Non scrivo altro, nel futuro prossimo ci sarà tempo per ricordarlo.

domenica 11 settembre 2011

RICOLORARE O NO?

Recentemente Panini ha pubblicato (in appendice a Thor, ma anche sui volumi distribuiti con Gazzetta dello sport) le storie brevi di Asgard (in assoluto tra i miei racconti preferiti di Thor) ricolorati (nel 2010 da Olivier Copiel) in chiave moderna. Il risultato è ottimo, ma la lettura mi ha lasciato un piccolo dubbio che mi ronzava per la testa. Realizzate negli anni Sessanta dalla formidabile coppia Stan Lee e Jack Kirby, i racconti di Asgard narrano le leggende degli dei nordici, mescolando poesia e avventura. Nei sixties, però, il modo di colorare i fumetti era molto diverso, più "forte", più eccentrico, più pop e, a mio avviso, più in linea col disegno di Kirby, che faceva anche dell'eccesso uno dei suoi punti di forza. Quindi sono andato a cercarmi le tavole con la colorazione originale. Ebbene, lo ammetto, per quanto più infantile (e forse proprio per quello), amo di più quella, in linea con l'età dell'oro di Kirby e della Marvel. Voi che ne pensate? Allego sotto due esempi con vecchia e nuova colorazione.




domenica 4 settembre 2011

MERAVIGLIOSO JACK KIRBY


Mi sono imbattuto casualmente nell'immagine che posto con queste poche righe e mi sono immediatamente ricordato perché amo Jack Kirby. Guardate le pose dei personaggi, gli sfondi perfetti, l'ironia, la capacità di inventare tecnologia mirabolante con due bomboloni e qualche tubo… Un genio.

giovedì 18 agosto 2011

TUTTE LE MARVEL T-SHIRT

Ecco l'elenco di tutte le magliette della collezione Marvel in edicola da questo mese grazie a Hobby & Work.

Spider-Man
Capitan America
Wolverine
Iron Man
La Cosa
Hulk
Silver Surfer
Goblin
Thor
La Torcia Umana
Devil
Venom
Donna Invisibile
Dottor Octopus
Uomo Ghiaccio
Ciclope
Mister Fantastic
Magneto
Punitore
Vedova Nera

mercoledì 17 agosto 2011

LEGGERE O SCRIVERE?

"La maggior parte del tempo di uno scrittore è spesa nel leggere, non nello scrivere. Si può far passare mezza biblioteca per fare un libro."

Samuel Johnson (1709-1784)

sabato 13 agosto 2011

RICORDANDO BONVI


Dato che sto lavorando ad alcuni pezzi che riguardano Bonvi, mi è tornato in mente l'unico incontro di persona che ho avuto col "papà" delle Sturmtruppen. Parliamo di oltre venti anni fa (forse 25, ero ancora un pischello), mi trovavo a Lucca per la fiera del fumetto e chiacchieravo di fumetti con un ragazzo conosciuto là, un amico di un amico che se ricordo bene si chiamava Danilo. Mentre parliamo, in un parchetto o un viale, non ricordo bene, vediamo Bonvi che a sua volta sta parlando con qualcuno, Danilo decide subito di andare a chiedergli un disegno. Generalmente, oggi come allora, non amo infastidire gli autori chiedendogli disegni, ma dato che si era a Lucca e che a Lucca (almeno allora) ci si andava anche per quello la cosa non mi è parsa strana. Quindi accompagno Danilo, che dopo pochi passi raggiunge Bonvi e con fare amichevole, come se lo conoscesse da anni, lo chiama e dice "ciao, mi fai un disegno, sono Danilo tal dei tali". Bonvi si gira e sgrana gli occhi, evidentemente si ricorda del suo nome, e con con voce bassa ma decisa risponde "Ah, tu sei quel testa di cazzo." A me si gela il sangue nelle vene, c'è qualcosa che mi sfugge… Non ricordo se Bonvi disse altro, comunque prese un foglio e fece il disegno richiesto. Danilo, soddisfatto, si allontanò e io, senza dire un parola, feci lo stesso temendo che Bonvi tirasse fuori una luger. In seguito mi venne spiegato che Danilo era solito telefonare a tutte le ore, anche di notte, agli autori per chiedergli disegni e tra i suoi "bersagli" vi era anche Bonvi. Mi fu quindi più chiara la reazione. Ancora oggi trovo che, tutto sommato, Bonvi fu molto gentile: al suo posto altro che disegno, avrei tirato a Danilo penna, foglio, e tutti i sassi del parchetto, invece Bonvi si limitò a un epiteto e realizzò il disegnino richiesto. Io, comunque, pur non avendo colpe mi tenni alla larga da Bonvi per tutto il resto di Lucca.

venerdì 12 agosto 2011

MARVEL T-SHIRT COLLECTION


Ormai è ufficiale, dato che il primo numero è già in edicola. La Hobby & Work ha lanciato una collezione di magliette dedicate ai personaggi Marvel. Ogni maglietta è accompagnata dal consueto fascicolo sul personaggio. Le prime tre uscite sono Spider-Man, Captain America e Wolverine. Le altre ve le svelo nei prossimi giorni. Se durante l'estate (ma anche d'inverno durante le partite di calcetto) volete fare sfoggio della vostra passione, correte in edicola!

venerdì 5 agosto 2011

5 AGOSTO

"Il 5 agosto il litorale era completamente deserto. Convinti che la flotta tedesca avrebbe presto dato l'assalto al canale della Manica e cannoneggiato la baia, erano tutti fuggiti sulla terraferma. Noi eravamo restati e facemmo le nostre vacanze come al solito. della crisi mondiale ricordo soltanto quella spiaggia all'improvviso vuota e l'espressione sul volto di mio padre mentre passava ala giornata a leggere i giornali, e che diceva a mia madre: 'sarà finita per Natale'. Delle figure color cachi e dei grovigli di filo spinato apparvero nei pressi del forte sulle colline. Delle navi da guerra navigarono nei paraggi, le esercitazioni di tiro ci fecero sobbalzare diverse volte ogni giorno, un paio di volte un aereoplano attraversò lo stretto ronzando, si rigirò su se stesso e atterrò per alcune ore. Sylvia e io passammo un lungo e torrido pomeriggio a sorvegliare una spia tedesca che poi si rivelò essere un anziano e famoso scrittore che stava venendo a piedi da casa sua a Freshwater Bay per far visita ai miei genitori. Restammo in attesa dei Daintrey, ma non vennero mai."

da "Le ragazze dai capelli rossi" di Rosamond Lehmann, del 1946

MAKE MINE MARVEL!


Di imminente uscita nelle edicole italiane un collezionabile dedicato ai personaggi Marvel (il primo a essere ospitato sarà Spider-Man). Ancora non posso fornire dettagli, ma dovrebbe essere in edicola appena prima o appena dopo il 15 agosto. Risintonizzatevi per avere maggiori notizie.

giovedì 21 luglio 2011

MANCANZA DI MEMORIA STORICA

Sul numero 239 di Anteprima (catalogo di distribuzione per le fumetterie) leggo un articolo a firma Sara Mattioli in cui si annuncia trionfalmente la presenza di Jiro Taniguchi (i lettori di questo blog dovrebbero sapere di chi si tratta) alla prossima Lucca Comics. "Lucca Comics, Panini e RCS hanno lavorato in team per portarlo per la prima volta in Italia", si dice nel testo, peccato che questa sia la terza volta che il prestigioso mangaka viene nel nostro Paese. La prima fu ospite a Milano, in occasione di Cartoomics (e tra l'altro stette allo stand Panini per quasi una giornata a firmare l'appena uscito "L'uomo che cammina"), la seconda a Bologna (non ricordo per quale mostra, gli organizzatori magari mi rinfreschino la memoria) e per l'occasione fu intervista da me ed Enrico Fornaroli e l'intervista apparve su albi Panini. Insomma, Panini sembra non sapere di avere già interagito più volte in Italia con l'artista. Nulla di male, mette però un po' di tristezza vedere che editor incaricati di seguire un mangaka così importante ne sappiano ben poco. Inoltre, questo si aggiunge all'opinione che da tempo mi sono fatto sulla superficialità con cui viene trattato Taniguchi in Italia (già in altri post avevo accennato all'assurda etichetta di "mangaka più europeo" affibbiatagli). Chissà, un giorno racconterò di quando, molti anni fa, nessun editore italiano voleva pubblicarlo e del primo suo volume edito in Italia di cui Taniguchi non sapeva nulla…

TEX A COLORI


Da molto tempo mi chiedo come mai in casa Bonelli non sfruttino appieno lo straordinario successo di Tex sviluppando nuove iniziative editoriali (e non semplicemente uno speciale l'anno). La situazione sembra smuoversi un pochino, dato che la casa editrice ha annunciato per il 5 agosto l'uscita di uno speciale interamente a colori e dall'elevato numero di pagine (160). Si tratta di una pubblicazione annuale, quindi nulla di eclatante dal punto di vista dello sfruttamento commerciale, ma almeno è un inizio. Sul fronte dei contenuti, Mauro Boselli ai testi e Bruno brindisi ai disegni fanno decisamente ben sperare. Sotto allego il comunicato della casa editrice.

"Il 5 agosto prossimo è da cerchiare di rosso, sul calendario degli appassionati delle avventure di Aquila della Notte: quel giorno vedrà il debutto in edicola di Color Tex, una nuova collana annuale dedicata al Ranger più famoso del mondo del fumetto. Per celebrare adeguatamente questo storico esordio, l'avventura (160 pagine, interamente in "technicolor"!) non poteva che essere un po' speciale. Mauro Boselli, lo sceneggiatore dell'albo, ha pensato di tessere una trama dallo schema tradizionale, che permettesse al disegnatore, Bruno Brindisi, di sfoggiare la sua bravura e che coinvolgesse tutti e quattro i pards. Ma, a uno di loro, Boselli ha riservato un tragico destino... "

Maggiori informazioni sul sito Bonelli www.sergiobonellieditore.it per le immagini ©Sergio Bonelli Editore.

venerdì 24 giugno 2011

VAGAMENTE PRATTIANO


Molto fumettistico e vagamente prattiano è lo stile delle illustrazioni che accompagnano un'edizione del romanzo di James Fenimore Cooper "The Last of the Mohicans". Il volume, trovato su una bancarella dell'usato, è edito da Baronet Books nel 1992. Le illustrazioni, un centinaio circa, sono del Pablo Marcos Studio (di Pablo Marcos Ortega, noto anche come Pablo Marcos e disegnatore di svariati fumetti).

giovedì 23 giugno 2011

MUMBLE MUMBLE… 24

Oggi son andato in posta, nessuna fila, ma come spesso accade ultimamente i computer funzionavano male, quindi per spedire un pacco ho impiegato una mezzoretta. Comunque, in mano avevo l'ultimo numero uscito di Lilith (Sergio Bonelli Editore) appena comprato in edicola. Mentre aspetto mi vede Paolo. Paolo è una persona di mezza età, un finanziere (talvolta gioco a pallone con alcuni finanzieri, ma questa è un'altra storia…), è una persona abbastanza intelligente, cultura media. Mi saluta e butta un occhio al fumetto, guarda il prezzo e dice "accidenti, 3,50 euro", facendo la smorfia di chi lo considera esagerato. Da vecchia volpe abituata a qualsiasi commento negativo sul media in questione (un giorno racconterò di quando, eoni fa, frequentavo l'Università Cattolica di Milano e venivo guardato male persino dagli altri studenti perché mi portavo sempre dietro qualche fumetto) incasso bene il colpo e rispondo rapido: "l'autore per farlo ci mette 6 mesi, voi finanzieri in 10 minuti fate una multa da un migliaio di euro…" Poi cambio argomento. Questo post non è di autocommiserazione per raccontare la solita solfa "i fumetti sono arte, non sono capiti, valgono tanto oro quanto pesano e via dicendo", semplicemente registro un fatto: ancora oggi, nel 2011, quando con 3,50 ci compri a malapena una pizza surgelata alla Coop accompagnata da una bottiglietta d'acqua minerale, 3,50 euro per un fumetto di 128 pagine sono considerati una spesa enorme. Significa che abbiamo perso la guerra, gente, il fumetto non uscirà mai dalla nicchia, facciamocene una ragione. Dopotutto, può esserci onore anche nella sconfitta.

mercoledì 15 giugno 2011

IL DOTTOR COLAN HO, SUPPONGO…


“Dr. Livingston, I presume…”, sono queste le parole con cui Henry Stanley esordì nel 1871, dopo una lunga ricerca in Africa, di fronte al noto esploratore inglese David Livingston da anni smarrito nella giungla. La lunga e perigliosa ricerca da Stanley assomiglia un po’ a quella condotta da chi scrive nella difficilissima impresa di trovare volumi dell’artista hongkonghese Colan K. C. Ho. A fine anni Novanta, l’impavido segugio Castellazzi, spingendosi ove nessun editor era mai giunto prima, scova a Tokyo un libro dal titolo Amazing Twins. È il primo, folgorante incontro con un misterioso autore, Colan Ho appunto.

I GEMELLI MERAVIGLIOSI
Benson e Leo sono gli Amazing Twins. Hanno una coporatura nella media e prediligono un abbigliamento classico (giacca e cravatta), tuttavia non sono esattamente delle persone comuni. Il loro viso è tondo, le orecchie sono a punta e una evidente antenna gli spunta dalla testa. Già, perché Benson e Leo sono due extraterrestri provenienti da Amazing Planet, stabilitisi sulla Terra per osservare meglio noi esseri umani.
Questa l'idea semplice, ma geniale, di due autori di Hong Kong, Benny Au (classe 1964) e Colan Ho (1970), che nel 1996 danno vita alla Amazing Twins Design Workshop Limited. Insieme i due perfezionano un nuovo modo di fare arte, rielaborando foto reali al computer e inserendo in tal modo gli eternamente sorridenti Benson e Leo nella vita quotidiana terrestre, per portare qui da noi non solo la loro avanzata tecnologia, ma soprattutto una maggiore attenzione per l’ecologia e la comunicazione interpersonale.
Basta fotografare due comuni esseri umani (gli stessi Benny e Colan?) e rielaborare digitalmente le immagini, perché la loro testa si trasformi in quella di alieni. Stesso discorso per gli ambienti: foto di Hong Kong, Tokyo e altre città vengono arricchite di astronavi e robot dall'aspetto retrò (alcuni sembrano elettrodomestici degli anni Cinquanta) e il gioco è fatto. Sono nati Benson e Leo, due messaggeri spaziali di pace e amore che sono riusciti a coronare il sogno che cullavano fin da bambini, arrivando a possedere una propria navicella spaziale: l’Amazing Ball, una sfera che permette di viaggiare nello spazio e nel tempo, dotata di tutti i comfort a partire dallo stereo, la TV e il frigorifero. L'Amazing Ball è ovviamente velocissima, e non potrebbe essere altrimenti dato che il loro pianeta natale dista ben 370 milioni di anni luce dalla Terra. Amazing Planet è un luogo del tutto particolare, dove non esistono discriminazioni (nonostante siano numerosi gli immigrati, soprattutto per motivi di studio), e le cui modernissime tecnologie sono sempre pensate in relazione al loro impatto ambientale. La capitale è ovviamente Amazing City, situata in prossimità dell’estuario del fiume River Joanna. Amazing City è suddivisa in varie zone dalle differenti peculiarità: la zona 818 è per esempio caratterizzata dalla presenza di un grande parco, mentre intorno alla zona 1838 ruotano diverse attività culturali grazie alla presenza di numerosi musei, tra cui il celebre Musèe Amazing, costruzione che risale al 17° secolo dovuta al grandissimo artista che fu Amado Da Amazing (1620-1720), che si ispirò tra l’altro a un grande architetto italiano, il Bernini. Non manca ovviamente la zona commerciale, dove è possibile trovare i prodotti più strani provenienti da ogni luogo della galassia.
Sul loro pianeta Benson e Leo vivono in modo agiato, grazie all’esistenza di numerosi robot che si fanno carico delle più diverse necessità quotidiane: Oketo si occupa della cucina, RS1104 (Robot Servant 1104) è una vera e propria domestica meccanica, Pilo è un macchinario destinato a risolvere dubbi e apprensioni (ma non sempre le sue risposte sono esaustive), Rada è invece un sofisticatissimo strumento musicale in grado di leggere il cuore altrui e fargli ascoltare la sinfonia più adatta al suo stato d’animo.


CITAZIONISMO & PUBBLICITÀ
In Amazing Twins gli autori creano insomma un intero mondo, non senza un evidente citazionismo. Molte delle opere presenti nel Musèe Amazing sono rielaborazioni di dipinti di grandi artisti del passato come Picasso, mentre la scultura del discobolo è arricchita da orecchie a punta e antenna. Inoltre, nelle poche illustrazioni e tavole a fumetti tradizionali (ovvero disegnate e prive di foto e interventi di montaggio) si arriva a citare persino il francese Tin Tin e il bellissimo razzo spaziale di Tin Tin sulla Luna.
Questo straodinario collage di idee, tecniche e immagini, che spazia dal fumetto, all’illustrazione, alla fotografia, alla computer graphic piace al pubblioco nipponico, così Benson e Leo sono immortalati su portachiavi e T-shirts, divengono statuine e portacellulari, ma soprattutto assumono il fruttuoso (economicamnete) compito di estimonial per la Hitachi, che li utilizza per promozionare computer e altri parecchi elettronici.


SCOMPARSO E RITROVATO
Dopo la scoperta giapponese, l’intrepido Castellazzi non riesce a sapere più nulla degli Amazing Twins e di Colan Ho, fino a quando, nel 2008, vi inciampa nuovamente durante una visita a una mostra sul fumetto cinese esposta in quel di Londra. È lì che si imbatte nel volume The Rocket Club, stampato in lingua inglese dalla Esperanto Design Workshop di Hong Kong. Questa volta il magico Colan Ho lavora in solitario, scrivendosi anche i testi, ma l’essenza della sua opera non cambia, proseguendo sui binari della contaminazione, della suggestiva fusione di disegno e fotografia, matita e computer, realtà e fantasia. Ho si immagina un fantasioso Rocket Club fondato nel 1884 da venticinque scienziati desiderosi di inviare razzi nello spazio. Per dare credibilità al tutto usa il solito sistema: prende foto di barbuti signori ottocenteschi e le assembla con razzi creati al computer, in scorci cittadini con case in mattoni piazza straordinari automi, e via dicendo. Come nel caso di Amazing Twins, non si tratta di un fumetto, ma di una particolare narrazione per immagini che mescola un po’ tutto, dalle tradizionali tavole alle foto ritoccate, dai testi dal sapore documentaristico a straordinarie invenzioni visive, dai dipinti classici alla tecnologia retrò. Il risultato finale è una gioia per gli occhi e una lettura divertente.


STATUE MISTERIOSE
Colan Ho scompare di nuovo, ma il folle e fanciullesco Castellazi vi cozza di nuovo contro e di nuovo casualmente a primavera 2011. Mentre naviga su internet, infatti, si imbatte in immagini di alcune statue che sembrano uscite dalla mente geniale di Ho. Sono della United Planet, piccola azienda creativa honkonghese formata dal duo Colan Ho e Mak Siu Fung (trovate il loro sito all’indirizzo united-planet.net). Vere e proprie sculture, persino a dimensione reale, di personaggi che sembrano prendere vita per uscire dalle pagine di carta. Un sogno che diventa materico, insomma, si concretizza in tre dimensioni seppur nella sua staticità.
Per ora è tutto, nell’attesa che, un giorno o l’altro, in un qualche angolo del globo, il Castellazzi trovi una nuova gemma del misterioso Colan Ho, un esploratore del mondo dell’immagine più difficile da scovare del famoso David Livingston.

15 GIUGNO

"All'inizio di giugno del 1947 una piccola comitiva di turisti rimase prigioniera del labirinto di Cefalù, allora di recente scoperta, nell'isola di Creta. Il gruppo era penetrato nel dedalo di grotte e gallerie sotto la direzione di una guida fornita da un'agenzia turistica con l'intenzione di esplorare la cosiddetta 'città fra le rocce', la cui scoperta al principio dell'anno precedente era stata il coronamento della lunga carriera archeologica di sir Juan Axelos. (…) Il Times colse l'occasione per porre una volta di più l'accento sulla brillante scoperta da parte di Axelos di un labirinto la cui esistenza era stata ritenuta per così lungo tempo soltanto un mito. Le parole 'labirinto' e 'minotauro' apparvero sul Daily Mirror nel cruciverba del 15 del mese."
da "Il labirinto oscuro" di Lawrence Durrell, del 1947

sabato 11 giugno 2011

NON COMPRATELI!


Non avrei mai pensato di dover invitare le persone a NON comprare dei libri scritti da me, ma vista la situazione mi sembra inevitabile. La faccio breve, nonostante il libro su Oscar sia uscito nel novembre 2008 (quindi 2 anni e mezzo fa) e quello di Gundam nel febbraio 2010 (quindi un anno e qualche mese), a parte l'acconto iniziale non ho mai ricevuto un centesimo di royalties. Ovviamente procederò per via legali (ma conoscendo tempi della giustizia italiana e parcelle degli avvocati probabilmente ci rimetterò), nel frattempo per evitare che ciò che mi spetta continui a finire in tasche altrui, preferisco non si vendano più altre copie. Che tristezza il livello degli editori italiani (certi editori italiani), ridursi così per qualche spicciolo…

domenica 8 maggio 2011

8 MAGGIO

"L'otto di maggio a Schloss Rosenbad nacque un piccolo Principe.
Quando il primo stridulo e arcano vagito eruppe dalla camera della Principessa, intorno alla quale tutta la casa era rimasta in ascolto, il castello fremette e si trasfigurò dalla cantina ai solai. Un sospiro di felice sollievo percorse tutte le stanze. Ma dopo un attimo il silenzio divenne infinitamente più profondo e più solenne. Chi avrebbe avuto il coraggio di tradire la piccola, indifesa creatura appena giunta tra loro? Tutti, in quella casa, avrebbero preferito la morte.
Mai nel Babenhausen era venuto alla luce un bambino più adorabile. Persino il Professor Putziger rimase stupito della perfezione del neonato, e aggiunse al primo un secondo paio di occhiali per esaminarlo bene. La fedele levatrice, che a suo tempo aveva aiutato il Principe Lotario a venire al mondo, fu costretta a riconoscere che il figlio eclissava il padre."

da "Ehrengard" di Karen Blixen, 1963 (post.)

sabato 7 maggio 2011

KULL


Il grande pubblico conosce lo scrittore Robert E. Howard (dove “E.” sta per Ervin) per il celebre Conan, barbaro protagonista di avventure letterarie fantasy trasposte a fumetti, film e telefilm. Ma gli appassionati sanno che ha creato anche molti altri personaggi, tra cui Kull, originario di Atlantide. Scrive lo stesso Howard, in una lettera a un amico, riguardo al continente scomparso: “quanto ad Atlantide, credo che un continente del genere sia esistito, anche se non ho ipotesi specifiche sull’alto grado di civiltà esistitovi e, anzi, dubito che tale civiltà ci sia mai stata. È però vero che tanto tempo fa un continente o un territorio molto vasto deve essere sprofondato, perché presso quasi tutti i popoli si rinvengono leggende che parlano di un diluvio. E i Cro-Magnon apparvero all’improvviso in Europa, già a un alto stadio di cultura primitiva; da nessuna prova risulta che salirono la scala dalla totale barbarie alla civiltà, in Europa. Si è scoperto che i loro resti sostituirono di punto in bianco quelli dell’uomo di Neandertal, con il quale essi non hanno la minima parentela. Da dove trassero origine? Da nessuna regione del mondo a noi conosciuta.” Per farla breve, Howard decide di rendere il proprio personaggio, Kull, un atlantide ma, dato che in questo suo mondo immaginario Atlantide è un regno di barbari, lo muove alla conquista di Valusia, il più potente dei sette imperi. Kull, noto anche come l’esule di Atlantide, ne diviene il sovrano e vive avventure in bilico tra eroismo e stregoneria, secondo una formula tipica di Howard che la applica anche ad altri suoi character. Tra complotti di corte, stregoni malvagi, duelli a colpi di ascia e spada, i racconti di Kull si leggono d’un fiato, facendo ben comprendere come mai le produzioni di Howard continuino a essere tanto popolari e continuamente saccheggiate dai produttori cinematografici.

LA SCHEDA
Titolo: Kull – Esule di Atlantide
Autore: Robert E. Howard
Editore: Mondadori (collana Urania Fantasy n.1 del 2008)
Numero di pagine: 336
Prezzo: 4,50 euro

martedì 19 aprile 2011

TOKYOPOP CHIUDE


La crisi continua a sferzare gli editori di fumetti, anche oltreoceano. Pare che il 31 maggio Tokyopop, casa editrice specializzata in manga e in fumetti in stile manga, chiuderà la propria sede americana, interrompendo così anche la pubblicazione di tutte le proprie testate. Tokyopop dovrebbe invece rimanere attiva in Europa, in particolare in Germania, con conseguente prosecuzione delle uscite.

mercoledì 13 aprile 2011

UNKNOW


Da questa doppia vignetta traspare tutta l'essenza di Unknow, il personaggio creato da Magnus nel 1976. Il suo pratico cinismo, i gesti controllati, il linguaggio secco ed efficace, la sua filosofia di vita. Chi non avesse mai letto i suoi fumetti è caldamente invitato a farlo.

giovedì 7 aprile 2011

LA PISTA DI VAILLANT


Un tempo Michel Vaillant era talmente popolare in Italia da vedersi dedicare una pista di automobiline. Questa pubblicità è degli anni Sessanta.

CORSO ARGENTINO


Pensavate che i corsi di disegno fossero una moda attuale? Esistono da decenni. Ecco la pubblicità di un corso argentino degli anni Settanta.

mercoledì 6 aprile 2011

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 35

Dato che questa rubrica vengono svelate molte gaffe altrui (seppur mantenendo l’anonimato dei protagonisti), ogni tanto è giusto registrare anche le proprie. Ecco cosa mi è successo qualche anno fa durante un party in quel di Tokyo. Si trattava della classica festa aziendale, in cui vengono invitati tutti coloro che, in un modo o nell’altro, lavorano con l’azienda in questione. Un po’ annoiato, esaminavo il buffet cercando qualcosa di vegetariano e che non fosse preso d’assalto dai famelici nipponici (consiglio maturato con l’esperienza: dato che i giapponesi sono ordinati anche in questo, e partono dai primi, puntate subito sui secondi o sui dolci, eviterete la ressa). A un tratto mi giro e, a venti centimetri dalla mia faccia, mi trovo di fronte Go Nagai. Sbalordito, rimango a bocca aperta mentre, in silenzio, gli punto addosso il dito indice. Pessima figura da otaku. Dopo qualche secondo, però, mi riprendo ed effettuiamo il classico scambio dei biglietti da visita. Sul mio c’è un gatto, sul suo Goldrake. Lo conservo ancora.

I PROTAGONISTI DEI FUMETTI IN 3D


Sul blog toysandsoldiers.blogspot.com sto postando qualche foto dei "soldatini" della Hobby & Work dedicati ai personaggi del fumetto italiano. Per i più curiosi, in questa sede segnalo che tra le uscite future vi saranno anche Bonaventura, Cipputi e La Linea.

martedì 5 aprile 2011

5 APRILE

"5 aprile, Londra:
In albergo (Rex Hotel, vicino al British Museum). Sarebbe un sollievo spostarsi a sud della città, dove le tariffe sono più basse. Comunque sono contenta di essere qui; posso farmi un'impressione diversa di Londra. La volta scorsa piovigginava dalla mattina alla seria, e il cielo non si liberava mai da una tetra atmosfera crepuscolare. Alloggiavamo in una camera seminterrata di una pensioncina a Earl's Court. Poiché le finestre non avevano tende, vi avevamo appeso le lenzuola di uno dei letti e avevamo dormito stretti stretti nell'altro giaciglio. Dopo aver fatto promettere di non rubarla, il proprietario della pensione ci aveva fornito a malincuore una tazza da tè (incrinata) per consentirci di lavarci i denti. In quell'occasione, avevo pensato che l'ideale, per Londra, sarebbe stato un nuovo bombardamento a tappeto. Si trattava, però, dell'ultimo viaggio. Questa volta, la città mi appare luminosa e vitale. Mi piacerebbe fermarmi più a lungo perché non so se, al ritorno, mi sarà dato di rivederla così. Ma non è possibile; dobbiamo muoverci verso sud, prima che diventi troppo caldo."

da "La mappa tatuata" di Barbara Hodgson, del 1995

lunedì 4 aprile 2011

SUPERCARS ANNI SETTANTA

4 APRILE

"La cosa che si disponeva a fare consisteva nell'incominciare un diario. Ciò non era illegale (nulla era illegale, poiché non c'erano più leggi); ma se comunque fosse stato scoperto, non c'era dubbio che sarebbe stato condannato a morte, o a venticinque anni almeno di lavori forzati. Winston infilò un pennino nella cannuccia e lo succhiò, come s'usa, per facilitare la presa dell'inchiostro. La penna era uno strumento antiquato, che s'adoperava assai di rado, perfino per le firme importanti, e lui se n'era procurata una di nascosto e non senza difficoltà, solo perché sentiva che quei bei fogli color crema meritavano che ci si scrivesse sopra con un vero pennino, anziché essere grattati con una delle solite matite a inchiostro. Veramente non aveva l'abitudine di scrivere a mano. Con l'eccezione di qualche breve appunto, di solito dettava ogni cosa al dittografo, un apparecchio che registrava e trascriveva tutto ciò che si diceva in un microfono, e che era assurdo pensar di adoperare nella presente circostanza. Intinse la penna nel calamaio e quindi esitò un istante. Ebbe un tremito fin nelle budella. Segnare la carta sarebbe stato l'atto decisivo. Con certe piccole goffe cifre, scrisse: '4 aprile 1984'."

da "1984" di George Orwell, del 1949

giovedì 24 marzo 2011

24 MARZO

"Il 27° lancieri entrò a Nancy verso le otto e mezzo del mattino, il 24 marzo 183…, con un tempo scuro e freddo. Era preceduto da un reparto (bandistico) che ottenne il più grande successo tra i borghesi e le modistine del luogo: trentadue trombettieri, vestiti di rosso e coi cavalli bianchi, suonavano in modo da rompere i timpani. Si aggiunga che la prima fila dei trombettieri era composta da sei negri e che il capobanda era alto quasi sette piedi.
Le belle donne della città e specialmente le belle merlettaie si affacciarono tutte alla finestra e mostrarono di gradire moltissimo questa armonia penetrante; è vero che essa era posta in valore dalle uniformi rosse ornate di splendenti galloni d'oro indossate dai trombettieri.
Nancy, questa salda fortezza capolavoro di Vauban, parve a Luciano orribile. Il sudiciume e la povertà sembravano disputarsene tutti gli aspetti, le fisionomie degli abitanti rispondevano perfettamente alla tristezza degli edifici."

da "Lucien Leuwen" di Stendhal, del 1894 (post.)

mercoledì 23 marzo 2011

UNA PUBBLICITÀ DI CREPAX


Raramente si parla delle attività extrafumettistiche di Guido Crepax. Eppure, il famoso disegnatore ha realizzato copertine di riviste mediche, immagini pubblicitarie, cover di libri (molti western) e di dischi, soldatini di carta, ecc. ecc. Sarebbe bello poter acquistare un libro che raccoglie tutto questo materiale. Nell'attesa, vi propongo questa pubblicità che ho appena trovato in un numero di Epoca (il 348) del 1957 e una mia scheda dedicata al prolifico autore.

Guido Crepax, all’anagrafe Crepas (la “x” è un vezzo artistico), nasce a Milano il 15 dicembre del 1933. Studia architettura, dopodiché si dedica all’illustrazione e alla grafica, realizzando numerose copertine di libri, dischi e manifesti pubblicitari. Nel 1957 ottiene il primo grande successo disegnando una campagna pubblicitaria per la Shell premiata con la Palma d’Oro. Frutto della sua passione per le macchine da corsa e la Formula Uno, la campagna sfoggia suggestive illustrazioni in cui rosse Ferrari d’epoca spiccano su sfondi in bianco e nero.

Sempre più legato alla matita che al tecnigrafo, Crepax si specializza come disegnatore nel 1959 grazie alle copertine per la rivista Tempo Medico, con la quale continuerà a collaborare fino a metà anni Ottanta. Nel 1965, comincia una proficua collaborazione con Linus, per la quale crea Neutron, serie fantascientifica il cui protagonista Philip Rembrandt è un critico d’arte dilettante dotato di poteri magici, grazie ai quali riesce a paralizzare essere viventi e a bloccare macchine con la sola forza dello sguardo. Ambientate nel jet-set milanese dell’epoca, che viene minuziosamente descritto, le avventure di Neutron rivelano tutta la perizia scenografica dell’autore, la grande abilità compositiva della tavola.

È proprio in una delle avventure di Neutron, precisamente in “La curva di Lesmo”, che fa la sua comparsa il personaggio di Valentina, presentata come la fidanzata di Philip Rembrandt. Il personaggio, graficamente ispirato alla figura di Louise Brooks (frangetta, caschetto corvino, slanciata e sensuale) è una fotografa che vive in una Milano moderna, reale e onirica al medesimo tempo, in via De Amicis, non a caso la via ove ha realmente sede l’abitazione dell’autore. Valentina concentra immediatamente su di sé l’attenzione del pubblico e dell’autore, rendendolo famoso in mezzo mondo e permettendogli di perfezionare il proprio disegno, sempre più accurato.
Prosegue inoltre l’impegno nella realizzazione di copertine di romanzi, in particolare di western per la casa editrice Sonzogno, a cui si aggiungono soldatini di carta, spesso accompagnati a veri e propri giochi (la battaglia di Waterloo, la boxe) con cui si dilettano più gli adulti che i bambini.

Alla fine degli anni Sessanta Crepax si dedica anche a storie autoconclusive, come La casa matta (del 1969), La calata di Mac Similiano XXXVI (1969) e, soprattutto, L’astronave pirata (1968). Questultima, storia di fantascienza ambientata nel 2570, vede un manipolo di uomini decisi a isolarsi dal resto dell'umanità, impegnata a sfruttare gli abitanti degli altri pianeti, per lottare per la propria indipendenza sotto un vessillo pirata. Con una sola astronave, il gruppo sfida tutta l'armata spaziale terrestre indossando tute che ricordano le armature medievali, grazie a sbuffi, pizzi, calzamaglie più simili a costumi di nobili spagnoli seicenteschi piuttosto che ad avveniristici tessuti.

Negli anni Settanta, oltre alla solita Valentina, altri personaggi femminili escono dalla matita dell’autore. Anita (ispirata alla Ekberg del film La dolce vita), Bianca e Francesca nascono sulle pagine della collega più famosa, ma si conquistano spazi autonomi, tavolte dalle sfumature erotiche. Tuttavia, è sempre Valentina a tenere banco, trovandosi al centro di campagne pubblicitarie, serializzata su rivista e raccolta in volumi. Il binomio Crepax-Valentina pare inscindibile, ma l’autore trova il tempo per realizzare anche adattamenti a fumetti di grandi classici dell’erostimo: Histoire d’O (1975), Emmanuelle (1978), Justine (1979). Una tendenza che prosegue anche negli anni Ottanta, ma questa volta puntando l’attenzione sui capostipiti letterari dell’horror, Conte Dracula (1987) e Dr. Jekyll e Mr. Hide (1987), in cui Crepax riesce comunque a insinuare sottili atmosfere erotiche accompagnate da un tratteggio sottile e inquietante.

Gli anni Novanta e i primi del ventunesimo secolo vedono Crepax ancora alle prese con adattamenti di romanzi, tra cui Frankenstein (2002), e la creazione di personaggi femminili, come Francesca, adolescente ideata per Lupo Alberto Magazine. Nel frattempo gli vengono dedicate mostre e prestigiosi volumi che ristampano storie e vecchie e nuove.
L’artista scompare il 31 luglio del 2003, appena settantenne e dopo aver a lungo lottato contro la malattia. Lascia agli estimatori i suoi personaggi femminili eleganti e sensuali, nonché una miriade di immagini dall’indubbio gusto grafico.

23 MARZO

"Era il 23 marzo. La primavera era iniziata ufficialmente due giorni prima e, cosa che non si può dire tutti gli anni, la si sentiva già nell'aria, a tal punto che Maigret fu indeciso se prendere il soprabito.
Salì in un taxi in boulevard Richard-Lenoir. Non c'era un autobus diretto e il tempo era troppo bello per rinchiudersi in metrò. Arrivò alla chiusa prima di Lapointe, come aveva previsto, e trovò l'ispettore Judel chino sull'acqua nera del canale."

da "Il corpo senza testa" di Georges Simenon, del 1955

martedì 22 marzo 2011

AUGURI, PATRIZIA


Oggi compie gli anni Patrizia Mandanici. Nata il 22 marzo del 1965 a Messina, in seguito si trasferisce a Roma, ove frequenta l’Accademia di Belle Arti, e poi a Milano, città in cui svolge la sua attività di fumettista. Pubblica i suoi primi lavori sulla rivista Schizzo del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona. Collabora con svariate riviste realizzando fumetti brevi, fino a quando, nel 1995, crea graficamente la serie fantasy Ossian per la casa editrice Star Comics. Nel 1996 approda alla Sergio Bonelli Editore, per cui disegna diversi numeri di Legs Weaver, passando poi a Nathan Never e ad altre serie fantascientifiche. Si dedica in particolare alla collana Universo Alfa, corposi volumi contenenti storie ambientate nell’universo di Legs e Nathan. Ha un blog all’indirizzo: http://patriziamandanici.blogspot.com

mercoledì 16 marzo 2011

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 34

Questa volta non racconto un aneddoto, ma posto solo un aforisma che mi sembra in linea con la rubrica. Fatene tesoro.
"Scegliete un lavoro che amate e non dovrete più lavorare un solo giorno della vostra vita." Confucio

lunedì 14 marzo 2011

PATRIOTTICO SUPERMAN


In un vecchio post sottolineavo che, secondo la mia modesta opinione, il più patriottico dei supereroi americani potrebbe essere Superman. Ecco qualche altra immagine a sostegno della mia tesi.

per le immagini ©DC Comics


domenica 13 marzo 2011

DELUDENTE SPARTACUS


Ho finalmente visto la prima puntata della serie televisiva Spartacus, in onda su Sky Uno. L'impressione che ne ho ricavata è abbastanza deludente. La storia è quella classica, ma accompagnata da una regia, una fotografia e degli effetti speciali che la rendono spettacolare. L'effetto visivo complessivo è decisamente d'impatto, ma fine a se stesso. Voglio dire, basta che il protagonista tiri il pugno a un avversario perché un visibilissimo (troppo) schizzo di sangue voli a una decina di metri di distanza (che razza di sistema circolatoria hanno?). Per non parlare degli scontri con le spade, dove il sangue diventa un assurdo tsunami. Abbondano anche le scene di sesso. Non che dispiacciano, ma paiono totalmente inutili a fine narrativo, inserite solo per solleticare i pruriti dello spettatore. Insomma, un utilizzo discutibile di sex and violence. Ma quello che mi ha dato più fastidio è stata la definizione data alla serie, ritenuta "fumettistica"? Perché? Per l'uso del rallenty e del fermo immagine? O per l'abbondanza di sangue e sesso? Il fumetto, perlomeno quello buono, è ben altro…