martedì 30 giugno 2020

MODA & FUMETTO


Esiste una categoria di artisti che, consapevolmente o inconsapevolmente, si occupa quotidianamente di fashion senza che gli venga riconosciuto. Non sempre almeno. Stiamo parlando dei fumettisti. Probabilmente non ci avete mai pensato, ma anche i personaggi dei fumetti devono vestirsi (o essere vestiti) e i loro abiti dipendono dalla loro occupazione e dalla loro personalità, proprio come i nostri. I loro autori, quindi, devono improvvisarsi stilisti virtuali e studiare per loro abiti, accessori, outfit, scarpe, cappelli e via dicendo. Certo non tutti sono fashion designer del medesimo livello, alcuni copiano da cataloghi di moda, altri inventano autonomamente i propri capi. Alcuni sono “costretti” a farlo. È il caso degli autori di fantascienza, che debbono inventarsi di sana pianta gli abiti del domani, magari cercando di prevedere gli sviluppi futuri della moda “reale”. Tra i più bravi vi è sicuramente Moebius, nome d’arte di Jean Giraud (1938 - 2012), che il futuro lo respirava a pieni polmoni, lo creava letteralmente, facendolo fluire dalla sua mente alle proprie mani per riportarlo sulla carta. Sognatore, faceva sognare anche i suoi lettori con immagini affascinanti. Quando si trattava di vestire personaggi provenienti da altri mondi, luoghi lontani nello spazio e nel tempo, Moebius optava per abiti comodi, semplici, eppure estremamente immaginifici. Non solo, sembrava pescare idee dal passato per adattarle al futuro. I suoi longilinei characters, infatti, indossano spesso pantaloni alla zuava, abbinati a colorati collant maschili. E sopra… Belle maglie a tinta unita con splendidi gilet, decorati in modo sopraffino da disegni sofisticati, stelle e strani simboli. Quando fa freddo basta aggiungere giacche aperte o ampi mantelli, che dal lontano Medioevo sono sbarcati su avveniristici sistemi stellari. E i cappelli? Quali meraviglie, da semplici semisfere colorate a intriganti coni arrotondati, dal tessuto morbido e dai comodi e fascinosi laccetti. Morbidezza, ecco una parola chiave di questa immaginaria linea di moda: i tessuti pastello trasmettono tutti una sensazione di morbidezza, di comodità, di benessere. Se qualche stilista del nostro mondo avesse il coraggio e l’intraprendenza di proporre quegli straordinari abiti nella realtà, io correrei subito ad acquistarli.