domenica 8 marzo 2009

MUMBLE MUMBLE… 11


Sfogliando il primo volume della colla Maestri del Fumetto (dedicato a Hugo Pratt), in allegato a Panorama o al Sole 24 Ore, provo un misto di felicità e tristezza. Felicità perché questi allegati rappresentano un ottimo strumento per diffondere i fumetti presso il grande pubblico, e lo fanno con volumi davvero preziosi a un costo molto contenuto. Tristezza perché si tratta dell'ennesima collezione clone, con gli stessi autori e personaggi già visti in molti altri allegati di quotidiani e settimanali. Ed ecco ancora una volta Corto Maltese (ho perso il conto, cos'è il quarto allegato che mette un volume di Corto?), Alan Ford, Ken Parker ecc. Capisco perfettamente che i personaggi noti al grande pubblico sono sempre quelli, ma basterebbe un approcio alla materia più riflessivo per creare una collana un po' più originale. Per esempio, dato che, almeno nel titolo, dovrebbe essere incentrata sui maestri, e quindi sugli autori, invece che una sola avventura lunga di Corto il primo volume avrebbe potuto ospitare una storia breve del noto marinaio, più un altro paio di storie brevi di altri personaggi di Pratt (c'è l'imbarazzo della scelta: Sergente Kirk, Ernie Pike, Fort Wheeling, ecc.), accompagnate da illustrazioni, foto dell'autore, curiosità sulla sua vita (più avventurosa di un fumetto) e altro ancora. In questo modo avremmo avuto veramente un volume incentrato sul maestro, invece che su un suo personaggio, e una collana del tutto nuova rispetto a quelle già viste e straviste in edicola. Avrei anche molto da dire sulla totale mancanza di autori asiatici (e spero di essere smentito nei prossimi volumi), ma questo è un discorso perso in partenza. Insomma, teniamoci il buono dell'iniziativa e sospiriamo per l'ennesima occasione mancata. Ma i sedicenti esperti di fumetti che curano tali collane che fanno? Boh...

domenica 1 marzo 2009

I LOVE OSCAR 18


Andrea Nosenzo
(29 anni, impiegato)
Ho visto Lady Oscar per la prima volta intorno al 1987/1988, nello spazio pomeridiano di Italia 1, Bim Bum Bam. Il manga l’ho letto nel 2001, con l'edizione di Planet manga. Ne è passato di tempo, e oggi sia il manga che l'anime appaiono più ingenui, ma è sempre una serie che si rilegge/rivede con piacere, a parte gli ignobili adattamenti televisivi…
Inoltre ha fatto scoprire a più di una generazione di ragazzi una pagina della storia francese.

BUON COMPLEANNO, GUNDAM!


Il mese prossimo l'anime Gundam compirà 30 anni. Padre del genere "robottoni" è unanimamente considerato Go Nagai che, col suo Mazinga Z, nel 1972 diede il via a un proliferare di serie televisive dedicate a questi colossi di metallo, il più delle volte impegnati a lottare contro invasori alieni. Tra un'innovazione tecnica e l'altra, come robot trasformabili o componibili, il genere ha tuttavia proceduto sostanzialmente immutato nelle sue carattersitiche narrative fino al 1979, quando la Sunrise diede vita a Kido senshi Gundam ("Mobil Suit Gundam") una serie in 43 episodi che per sceneggiatura e regia portava la firma di Yoshiyuki Tomino, già celebre per aver dato uno scossone al genere con le serie Zambot 3 (1977) e Daitarn III (1978).
In Gundam, il concetto di robot gigante viene completamente ribaltato: non più macchina imbattibile, ma comune mezzo meccanico prodotto in serie, estremamente realistico, distruttibile e sostituibile, affidato a piloti addestrati entro ranghi militari. Differente anche la visione del pilota e delle parti in conflitto, non più una divisione manicheistica bene/male, ma uno scontro più sfumato. Niente invasori alieni cattivi quindi, ma una più banale e tuttavia più realistica e cruda guerra civile.