mercoledì 17 aprile 2013

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Messaggio per i frequentatori: Davide Castellazzi è anche su facebook, andate a trovarlo e chiedetegli l'amicizia, altrimenti si sente solo. E visto che siamo in tema facebook, consiglio anche la pagina di Jappamondo.

mercoledì 10 aprile 2013

NEVE


Il racconto Neve porta la firma di un autore occidentale, francese per l’esattezza, così come le illustrazioni che corredano le parole, ma è evidente che gli autori nel realizzare l’opera hanno attinto a un immaginario asiatico. Il protagonista Yuko Akita è un poeta di haiku, brevi componimenti poetici in tre versi, ed è incantato, quasi ossessionato dalla neve, tanto da voler dedicare tutta la prorpia arte a quell’unico soggetto, scrivendo esclusivamente poesie incentrate sul candido elemento. Un personaggio monolitico, quindi, vincolato a un mondo anacronistico che accetta di abbandonare solo per breve tempo, per raggiungere un maestro, cieco, che gli faccia comprendere i colori, unico elemento che sembra mancare nei suoi haiku, troppo bianchi, troppo simili alla neve. Scopre inoltre che il sensei ha perduto da tempo la moglie, un’equilibrista che, caduta dal proprio filo, giace ora congelata tra i ghiacci divenendo una sorta di involontario trade d’union tra i due. Tutto il racconto si basa quindi su elementi fortemente favolistici, che riescono in qualche modo a fare propri spezzoni della cultura e della mistica asiatica, ma che in fondo non portano in scena altro che l’ennesima quest, un tema universale che, proprio per questo motivo, appare tanto grande quanto vuoto, nel suo essere totalmente al di fuori di una realtà assai meno poetica e abitata da uomini necessariamente più pragmatici. Il medesimo discorso vale per le illustrazioni, che si rifanno alle stampe ukiyo-e, nelle fisionomie e nei volti allungati dei personaggi, e agli acquerelli cinesi nella stesura dei colori e nel minimalismo, ma che sono evidentemente frutto di un gusto occidentale per quadricromia e composizione. E nelle quali avrei gradito una maggiore presenza della neve, dopotutto elemento portante della storia. Il libro resta comunque di gradevole lettura, sorta di favola contemporanea tra neve e ghiaccio. 



LA SCHEDA
Titolo: Neve
Autori: Maxence Fermine e Georges Lemoine
Editore: Bompiani
Numero pagine: 144
Anno: 2008
Prezzo: 12,00 euro

sabato 6 aprile 2013

DISEGNARE IN STILE MANGA?


Vedo rimbalzare sulla rete domande di aspiranti autori di fumetti che disegnano in stile manga e vorrebbero sapere a chi rivolgersi per proporre le loro opere. Mi capita, anche, di incontrare giovani artisti pieni di belle speranze che hanno appreso i rudimenti del fumetto leggendo titoli giapponesi. Per tutti, alcuni dei quali anche bravi, il problema più difficile sembra quello di trovare un interlocutore editoriale. 
Poiché della materia credo intendermene un po’, dato che ho curato (almeno all’inizio) il popolare corso per disegnare manga edito dalla DeAgostini e ho inventato e diretto la sfortunata rivista Mangaka (che ospitava solo manga di autori occidentali), provo a dire la mia, raccontando anche qualche dietro le quinte. 

Quando DeA mi chiese di curare il famoso corso, la prima cosa che dissi fu “OK, noi gli insegnamo a disegnare in stile manga, ma poi che fanno? In Italia non esiste alcun editore intenzionato a pubblicare tale tipo di fumetti realizzati da artisti locali. Produciamo, insomma, dei disoccupati di talento.” La risposta fu semplice: “Noi gli vendiamo un sogno, non un lavoro.” Può sembrare cinica, come risposta intendo, ma è sensata. Qualsiasi corso – da scrittore, regista, illustratore, attore, ecc. – vende ai suoi acquirenti più sogni che realtà. Pochissimi di coloro che lo comprano diventeranno scrittori, registi, attori, ecc. Gli vengono forniti, insomma, informazioni e strumenti, ma la cosa il più delle volte resterà solo un passatempo. Per certe professioni lo studio non basta, serve anche il talento e, soprattutto, serve un mercato che accolga i nuovi arrivati. Per il fumetto tale mercato è risicatissimo, per i fumetti italiani in stile manga praticamente inesistente (con qualche piccola eccezione). 

Il corso spopola, viene ristampato e venduto anche in versione digitale. Il sottoscritto allora pensa: “se questa ondata di emergenti non ha un mercato, cerchiamo di crearglielo.” Mi invento quindi un magazine che pubblichi solo manga realizzati da artisti occidentali (europei e americani). Ne scovo alcuni già bravini, professionisti e semiprofessionisti, e invito gli aspiranti italiani a partecipare. Ma le cose non vanno come sperato. Innanzitutto molti non capiscono il progetto, alcuni furbetti arrivano anche a ipotizzare che io scelga autori italiani perché costano meno (idiozia, costano meno quelli giapponesi). Tutta la rivista, redazionali inclusi, è incentrata su artisti occidentali perché questa è la sua filosofia, quella di una finestra aperta su un nuovo mondo di contaminazioni. Il magazine non incontra il successo sperato e chiude dopo soli due numeri. Poco male, non sempre ci si azzecca. Ma i suoi critici più feroci sono proprio i giovani lettori, che vogliono “veri” (in che senso, poi?) manga e non quelli made in Italy. Si crea, insomma, quella che io definisco “sindrome del poeta”. Mi spiego. Chiedete un po’ in giro e scoprirete che circa una persona su quattro scrive poesie, o le ha scritte in gioventù, o ha un libercolo già pronto nel cassetto, o vorrebbe scriverle in futuro. Poi andate a vedere le classifiche di vendita dei libri, o chiedete a qualche editore: i libri di poesia non vendono una cippa lippa. Come è possibile? Se praticamente tutti gli italiani sono poeti come mai i libri di poesia non vendono? Semplice, agli aspiranti poeti della poesia non importa nulla, o meglio gli importa solo della loro e di avere la possibilità di vedere il proprio nome stampato sulla cover di un libro (sai che soddisfazione…). Lo stesso processo funziona con gli italian manga. La maggior parte della moltitudine di acquirenti di Disegnare Manga non ha mai pensato di acquistare Mangaka perché non gliene è mai fregato nulla dei manga made in Italy, delle contaminazioni culturali, delle nuove tendenze grafiche e narrative. Gli importava solo di vedere il proprio nome su un fumetto, ops, un manga. 

Ritorniamo quindi al quesito di apertura: disegnare in stile manga si o no? Mi spiace, non ho una risposta. Posso solo darvi un monito e un consiglio. Monito: con quello stile sarà difficilissimo trovare spazio in Italia. Consiglio: andate dove vi porta il cuore o, più prosaicamente, disegnate quello che vi sentite e che vi viene meglio, poi, quando sarà il momento di diventare professionisti (se mai arriverete a quel punto), dovrete imparare a mediare tra ciò che vi piace e ciò che il mercato richiede. Impresa ardua, ma questa è stampa, baby. Anzi, è la vita.


RICORDATEVI TWITTER!

Ehi, mi sto ammazzando di fatica per inserire news su twitter. Vi prego quindi di farci un salto. Cercate davidcastel e magari troverete anche qualche info che vi interessa.

martedì 2 aprile 2013

GAUCHOS!


Se in tempi andati erano illustratori e pittori a immortalare sulla carta i volti e le gesta dei gauchos, oggi è la macchina fotografica a bloccarne il fascino per poi trasmetterlo a chi non ha mai avuto occasione di cavalcare al loro fianco. Grazie a centinai di scatti, il fotografo argentino Aldo Sessa consegna alla storia non solo i volti, segnati dal sole e dal vento, dei più grandi cavallerizzi del Sud America, ma anche i dettagli della loro vita quotidiana e gli sterminati spazi in cui si muovono. Ritratti in posa o colti al lavoro, i gauchos di Sessa sembrano creature fuori dal tempo, provenienti da un passato di cui custodiscono con cura e un pizzico di gelosia oggetti e gesti, rituali e significati. Sui loro visi fieri è possibile scorgere i tratti somatici degli antenati spagnoli ma anche le contaminazioni indio, mentre gli utensili del quotidiano, gli strumenti di lavoro o piccolo piacere, assurgono quasi a oggetti d’arte, svelando l’orgoglio di un mondo duro e povero che ha saputo crescere e divenire tradizione. Risulta difficile credere che in questi tempi moderni, fatti di tecnologia e velocissimi mezzi di trasporto, da qualche parte del mondo esistano ancora uomini che si muovono a cavallo portando al fianco coltelli dall’impugnatura cesellata. Eppure, le immagini di Sessa testimoniano questa anomalia temporale, l’esistenza di un luogo ove la terra confina ancora col cielo e ove cavalcare è la cosa più normale che si possa immaginare. E se c’è un cavallo, non può mancare un gaucho. 


LA SCHEDA
Titolo: Gauchos
Autore: Aldo Sessa (foto) e Juan José Güiraldes (testi)
Editore: Könemann
Numero pagine: 492
Anno: 2001
Prezzo: 9,99 sterline