domenica 17 novembre 2019
GIORNATA DEL GATTO NERO
Oggi è il Black Cat Day, o Giorno del Gatto Nero, la festa dei felini dal manto corvino. Qui si celebra in particolare Felix, gatto nero dei cartoni animati e dei fumetti. Il cui prim0 cartone, tra l'altro, viene trasmesso nel 1919, quindi quest'anno compie 100 anni, anche se un prototipo di Felix pare sia del 1917.
sabato 2 novembre 2019
SI FESTEGGIANO I MORTI
Se negli ultimi anni si è imposta anche in Europa l’abitudine di celebrare Halloween, particolare festa americana che mescola elementi macabri a eventi gioiosi, rimane perlopiù sconosciuta nel vecchio continente una festività simile che ha luogo il 2 novembre in Messico: el dia de los muertos. In realtà il giorno dei morti, questa la traduzione, è ben noto anche in Italia ma con modalità e tradizioni molto differenti. In Messico, infatti, la celebrazione cattolica si fonde con antiche credenze legate alla tradizione azteca, a culti precolombiani, a un’idea della morte ambigua e ossessiva, a un desiderio di festeggiare che coinvolge ogni aspetto del quotidiano. Quel giorno, che in Europa viene celebrato in modo pacato come momento di silenzio e raccoglimento, occasione per ricordare in modo sommesso i cari estinti, in Messico diviene invece una esplosione di allegria e colore, di celebrazione della morte come parte della vita.
La festività ha origini antiche, più di 3.000 anni fa gli aztechi passavano circa quattro mesi l’anno a celebrare la morte con cerimonie e rituali. Quando nel sedicesimo secolo i conquistatori spagnoli imposero la propria cultura, cercarono di estirpare i culti locali per soppiantarli col proprio. In alcuni casi feste e riti locali e importati si fusero assieme, come nel caso della festa dei morti, che divenne quella cattolica ma mantenendo consuetudini più antiche.
Ai giorni nostri alla fine di ottobre le pasticcerie, le panetterie, i negozietti, i mercati del Messico si preparano all’arrivo della festa esponendo una miriade di dolci in argomento. Innazitutto i calaveras, coloratissimi dolcetti a forma di teschio, poi il pan de muertos, ornato di fiori e frutta di zucchero colorato. Le donne maya dello Yucatan cucinano l’hanal-pixan (il pranzo delle anime), mentre nello stato di Tabasco impazzano gli involtini di mais e pollo avvolti in foglie di banana. Molto apprezzate anche le bare di zucchero, regalo ideale per i novios (fidanzati), che all’interno vi trovano uno scheletro col nome dell’amato. Un romanticismo che a noi può apparire macabro e ambiguo, ma che non desta alcuna sorpresa tra i messicani, che sono soliti regalare teschi come portafortuna.
Quando, finalmente, el dia de los muertos arriva, la festa, culinaria e non, può spostarsi nei cimiteri. Nella notte che precede il 2 novembre, infatti, la maggior parte della popolazione si reca nei cimiteri che, ornati di cempasùchil, i fiori arancioni di stagione, divengono luoghi ove banchettare e festeggiare. E i defunti sono invitati alla festa… Le donne offrono ai parenti scomparsi i loro cibi e bevende preferiti, gli uomini danzano e cantano tra lapidi piene di fiori e candele accese, in cimiteri dai muri colorati. Poco distante i ragazzini giocano a pallone, o si addormentano stanchi e felici nei pressi di una lapide. Una festa che prosegue anche il giorno succesivo, nelle case addobbatte, tra le strade cittadine affollate di altari e scheletri di cartapesta. Scheletri allegri, però, sorridenti, impegnati in balli, nel suonar la chitarra, in scherzi e giochi.
In alcune località, la festa si arricchisce di leggende particolari. A Janitzio, una delle isole del lago Pátzcuaro, si racconta la triste storia di due giovani principi, il cui legame amoroso fu tragicamente troncato dall’arrivo dei conquistatori spagnoli. Ebbene, pare che le anime dei due sfortunati amanti il 2 novembre escano dalle acque del lago dove trovarono la morte, attirate dal suono della campana che rintocca all’entrata del cimitero. Solo quella notte, una volta all’anno, possono rinnovare le loro promesse amorose fino alle prime luci dell’alba.
La festa del giorno dei morti riveste una tale importanza per il Messico che, nel 2003, l’Unesco l’ha inserita nella lista del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità.
La motivazione per tale riconoscimento è che la festa “riveste una importanza considerevole nella vita quotidiana delle comunità indigene per la dimensione della morte che propone”, rivestendo una “funzione sociale” che “ricorda il posto dell’individuo in seno al gruppo e contribuisce all’affermazione dell’identità e del ruolo politico e sociale di comunità che vedono in pericolo la preservazione delle loro tradizioni”. Detto in parole più semplici, la pelona (morte) è una presenza costante nella vita quotidiana di ogni messicano, che ha imparato a conviverci, ad accettarla, riuscendo anche a burlarsi di lei, citandola in canzoni e poesie, festeggiandola durante el dia de los muertos.
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