Ho appena acquistato il primo numero del magazine Fantasy & Sciente Fiction (in edicola per Elara srl) e devo dire che mi ha lasciato abbastanza perplesso. Preciso subito che ancora non l’ho letto e che quindi i miei dubbi (e le mie critiche) si riferiscono più all’aspetto grafico che non a quello contenutistico, anche se le due cose non sono poi così slegate. Tra l’altro, visti i nomi degli autori dei racconti contenuti (gente come Bradbury, Simak, Ellison, ecc.), presumo che i contenuti siano ottimi, perlomeno presi singolarmente.
Andiamo al nocciolo: la grafica. So per esperienza che spesso chi si occupa di letteratura considera questioni come grafica, impaginazione, immagini, ecc. come marginali. Ciò che importa, per tale scuola di pensiero, sono i contenuti: i racconti. In linea di massima, il discorso non farebbe una piega, ma allora perché non fare una copertina bianca o a tinta unita (come le bellissime cover dei tascabili Adelphi)? Inoltre si potrebbero evitare le illustrazioni interne, o addirittura evitare di stampare su carta, fare un bel file word e scaricarselo sul computer (magari spendendo solo 90 centesimi invece che 5,90). Per il sottoscritto l’occhio vuole la sua parte, e ritengo di non essere il solo a pensarla così. La cover di Fantasy & Sciente Fiction 1 è abbastanza anonima: l’immagine di Yuehui Tang è tecnicamente impeccabile, ma non comunica molto, addirittura in mancanza di logo non si capirebbe trattarsi di una rivista di SF e Fantasy. All’interno pagine banalmente impaginate su una o due colonne (a proposito perché alcuni racconti su due e alcuni su una?), con una cornice bianca più spessa nella parte inferiore ma col numero di pagina messo su quella superiore, dove c’è meno spazio (boh). Le (poche) illustrazioni interne in b/n non sono firmate (altra cosa inspiegabile, o forse non si ritiene importante l’illustratore?) e stampate così così su una carta non ottimale. Peccato, perché sono davvero belle. E via con altri piccoli dettagli, come l’editoriale senza un titolo, le font poco azzeccate dei titoli dei racconti (tranne “Plumage from Pegasus”, che ha anche un disegnino, ma essendo in inglese è forse la grafica originale). E via dicendo. Insomma. Sul fronte dell’immagine bocciata. E, ribadisco, per me in campo fantasy e fantascientifico l’immagine ha grande importanza.
Passiamo a questioni strutturali, e quindi maggiormente contenutistiche. A mio avviso Fantasy & Sciente Fiction non è una rivista, ma una raccolta di racconti, un libro quindi. Qual è la differenza tra una rivista è un libro? Io la vedo così: un libro è un punto su una mappa, una rivista è la mappa. Nel senso che un libro è compiuto in sé, autoreferenziale, una rivista, invece, deve anche fornire un quadro di insieme, deve mostrami le strade che collegano i vari punti, deve farmi scoprire nuove strade, deve indicarmi le città come le colline, i fiumi, i porti, ecc. Insomma, in una rivista mi aspetto di trovare racconti, interviste, articoli, novità, sguardi su nuove tendenze, nuovi punti di vista su opere del passato e via dicendo. Una rivista deve essere una bussola, una mappa del tesoro, un forziere pieno di meraviglie.
Continuerò a comprare Fantasy & Sciente Fiction, perché voglio sostenere chi cerca di portare la SF nel periglioso mare delle edicole e perché (come dicevo all’inizio) gli autori pubblicativi sono straordinari, ma da chi sta al timone di questa astronave diretta verso il buco nero dell’editoria italiana mi aspetto molto più coraggio e più inventiva. State esplorando la spazio infinito, gente, cercate di mostrarvi degni di Buck Rogers.