sabato 20 luglio 2019

FUMETTI SULLA LUNA

Quante facce ha la Luna? Se porrete tale quesito a un astronomo la risposta sarà molto semplice: due, quella vicina e quella lontana (dette anche visibile e oscura). Molto differente sarebbe la risposta data da un artista o scrittore di qualsiasi medium, dalla letteratura al cinema, dall’illustrazione al fumetto. Per i sognatori di tutti il mondo, infatti, le facce della Luna sono infinite, soggette solo alle limitazioni della fantasia. Non a caso, scrittori e fumettisti sulla Luna ci sono stati ben prima del 20 luglio 1969, giorno dell’allunaggio a opera dell’equipaggio dell’Apollo 11. In questa sede, in occasione del quarantennale dell’impresa, ve ne forniamo una breve panoramica, senza la pretesa di essere esaustivi, dato che la Luna ha un ruolo di primo piano in innumerevoli fumetti.


LA LUNA A STELLE STRISCE
Cominciamo il nostro viaggio verso il satellite della Terra con i fumetti americani, quale piccolo riconoscimento nei confronti dell’unica (almeno per ora) nazione che è riuscita a far allunare dei propri astronauti. Nell’universo fantastico dei comicbook equipaggi statunitensi mettono piede sull’arido terreno lunare molto prima che nella realtà. Gà a fine anni Cinquanta esiste una collana dal titolo Race for the Moon, in realtà poco fortunata dato che dura solo tre numeri, dedicata a baldanzosi astronuati intenzionati a pintare la bandiera a stelle e strisce sulla Luna. Su Race of the Moon viene pubblicato anche il primo episodio di The Three Rocketeers di Jack Kirby (matite) e Al Williamson (chine). Altri due episodi, inizialmente realizzati per il numero 4 di Race of the Moon, appariranno solo nel 1965 su Pappy’s 315. I titoli “Lunar Goliaths” e “The Great Moon Mystery” la dicono lunga sul contenuto. Mostri, robot giganti, scontri con raggi laser usciti dall’immaginifica matita di Kirby sono spettacolari.
La pallida Luna è un elemento importante nell’universo della Marvel. Sul suo lato oscuro, nella cosiddetta zona blu, vive Uato. Si tratta di un alieno che fa parte della razza degli Osservatori, immortali che dedicano la propria esistenza a osservare e registrare gli eventi dell’universo senza interferirvi. Uato è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966 e appare per la prima volta su Fantastic Four numero 13. Anche nella collana degli X-Men la Luna riveste una grande importanza. È lei a fare da sfondo alla drammatica saga della Fenice Nera. Scritta da Chris Claremont e disegnata da John Byrne, mette in scena la morte di Jean Grey/Fenice, trasformatasi in un’entità maligna e per questo processata nella Zona Blu e condannata a morte.
Altro personaggio Marvel, Moon Knight acquisisce particolari poteri dalla Luna, specie se piena, agisce quindi preferibilmente di notte. Per non parlare poi dei vari licantropi, vampiri e creature notturne varie che in decenni di storia hanno affollato le storie della casa editrice di Spider-man e company.
In terra statunitense è più che doverosa una citazione dei Peanuts di Charles Schulz, e di Snoopy in particolare, che con casco a bolla sulla testa guida la propria cuccia fin sul nostro satellite, battendo nell’impresa lo stupido gatto dei vicini. Ma Snoopy sulla Luna c’è stato veramente, in un certo senso. Il personaggio infatti è stato il testimonial della Nasa nella missione dell’Apollo 10 (nel maggio 1969), durante la quale gli astronauti Gene Cernan, John Young e Thomas Stafford dovevano “ficcare il naso” (to “snoop” around, in inglese) nella zona della futura discesa, per preparare il terreno ad Armstrong e compagni. Così il modulo lunare dell’Apollo 10 venne battezzato Snoopy mentre il modulo di comando era Charlie Brown. Successivamente, la Nasa istituì il “Silver Snoopy”, premio riservato agli astronauti più meritevoli. Il bracchetto più famoso del mondo ne sarà stato felice.

LORD SPAZIALI
L’esplorazione lunare parla ancora inglese, ma con accento fortemente british. Nel 1950 Dan Dare, di Frank Hampson, colpisce i lettori della terra di Albione con i suoi colori sgargianti. Dan Dare, dai gradi di colonnello, è un pilota coraggioso e dallo spiccato senso del dovere, al servizio della flotta interplanetaria. In tale veste visita Venere e altri pianeti, si batte contro alieni malvagi, tra cui il terribile Mekon dalla grossa testa, costantemente intento a progettare macchinosi piani per conquistare la Terra. Nonostante la componente fortemente avventurosa, la serie poggia su solide basi scientifiche, cercando di codificare una tecnologia che sia una logica evoluzione di quella esistente all’epoca, tanto da anticipare gli Shuttle poi effettivamente usati dalla Nasa. L’impasto di fantasia e realtà scientifica, coinvolge anche la Luna. Nella cronologia fittizia del personaggio gli uomini vi sbarcano nel 1963 e l’anno successivo vi viene costruita una base, punto di partenza per raggiungere Marte.
Lo spazio e le creature aliene sono i punti di forza anche di un altro serial inglese, questa volta in bianco nero perché nato per le strisce dei quotidiani (e non per la pagine di una rivista come Dan Dare). Stiamo parlando di Jeff Hawke, creato nel 1954 dallo scozzese Sydney Jordan. Il personaggioè un ufficiale della Royal Space, pronto a viaggiare per il mondo e per lo spazio, avendo a che fare con alieni ma anche con misteri archeologici e altro ancora. Rigoroso scientificamente come il suo predecessore Dan Dare, Jeff Hawke è forse meno spettacolare graficamente e un po' più “noioso” nella narrazione, ma destinato a divenire egualmente famoso e a mettere piede sulla Luna. Nella striscia n. H1760 apparsa sul quotidiano inglese il 21 novembre del 1959, Sydney Jordan ha infatti disegnato una targa collocata sulla superficie lunare in cui si legge: “Il 4 agosto dell’anno terrestre 1969, il primo essere mise piede sulla Luna”. L’autore ha quindi sbagliato solo di pochi giorni la data del vero allunaggio, previsione che ha suscitato meraviglia in molti lettori. Comunque, Jordan avrà più volte a che fare con la Luna e con la Moonbase posta sul suo suolo, come si vede per esempio nell’avventura dal titolo “La Luna esplode!” (strisce dalla H4596 alla H4642).



IL PRIMO CANE SULLA LUNA
Abbiamo parlato di un cane sulla Luna, ma nel mondo dei fumetti Snoopy non è stato il primo quadrupede a mettere zampa sull’arido suolo lunare. Tale primato spetta infatti a Milù il bianchissimo compagno di avventure di Tintin, il più famoso ragazzo del fumetto francobelga. Hergé, il suo autore, manda Tintin, Milù e un assortito cast di comprimari, sulla Luna già nel 1950, grazie a due albi collegati tra loro: “Obiettivo Luna” e “Uomini sulla Luna”. Il tutto comincia col ragazzo convocato dal professor Girasole nel misterioso stato di Syldavia. In quel luogo sta costruendo un modello di razzo spaziale (la cui forma richiama di i razzi di Von Braun, scienziato tedesco che fu di fondamentale aiuto per la NASA), ma potenze avverse cercano di rubarne il progetto. Alla fine, accelerando i tempi, Tintin si ritroverà su un vero razzo diretto verso la Luna. Le immagini del satelite tratteggiate da Hergé, che gli dedica vignette giganti, sono spettacolari e suggestive. I crateri disegnati con la maestria di un astronomo, mentre il silenzio sembra avvolgere quei paesaggi melanconici. Non c’è che dire, Hergé è il degno erede di Jules Verne, che nel romanzo Dalla terra alla Luna, del 1865, sparò i suoi personaggi verso la Luna dentro un gigantesco proiettile di cannone.


MANGA LUNARI
La favolistica e la mitologia giapponese sono ricche di storie sulla Luna, e di creature lunari che si trasferiscono sulla Terra, non stupisce quindi che anche i manga la mettano spesso al centro dell’attenzione.
Già nel 1940 in Kasei Tanken (“Spedizione marziana”) Taro Asahi (testi) e disegni Noboru Oshiro (disegni) raccontano il quasi fiabesco viaggio spaziale di un ragazzino e dei suoi amici cane e gatto antropomorfi verso il pianeta Marte. Per raggiungerlo, però devono prima passare vicino alla Luna, realizzata incollando sui disegni alcune delle prime foto. Ma si tratta di sogno o realtà?
Il miglior manga legato alla Luna è probabilmente Proteggi la mia terra, in originale Boku no Chikyuu wo Mamotte, di Saki Hiwatari e pubblicato a partire dal 1987. La storia si apre con la famiglia Sakaguchi da poco trasferitasi a Tokyo da un paesino di campagna. La protagonista, Alice, fatica a inserirsi ma poco alla volta stringe amicizia con Rin, dispettoso figlio dei vicini, e Jinpachi e Issei, coetanei che frequentano la stessa scuola della ragazza. Questi ultimi la stupiscono con una rivelazione affascinante e inquietante allo stesso tempo: da anni fanno il medesimo sogno, secondo il quale sono degli scienziati alieni che osservano la Terra da una base lunare. Dopo una serie di misteri e vicissitudini, Alice scopre che il sogno corrisponde in realtà, che tutti loro assieme ad altri ragazzi sono la reincarnazione di quegli scienziati. Inoltre, qualcuno sta covando una vendetta legata a quanto accaduto sulla Luna nella precedente vita. Un misto di fantascienza, thriller e romanticismo avvolge la trama, mentre la Luna incombe, a volte minacciosa a volte affascinante, su tutto e su tutti, mentre sulla sua superfice resta la vecchia base, piena di misteri, degli scienziati alieni.

ITALIANI SU SELENE
Il primo italiano sulla Luna, o su Selene come la chiamavano gli antichi greci, è probabilmente stato Pulcinella, che a metà dell’Ottocento venne immortalato in alcune stampe mentre saliva con una barca dotata di ruote dentate su due lunghissime catene, i cui capi erano legati da una parte alla Luna e dall’altra a un molo del golfo di Napoli.
Tornando ai fumetti, la serie Anni 2000 di Mino Milani (testi) e Giancarlo Alessandrini (disegni) apparsa sul Corriere dei Ragazzi nel 1973, porta in scena un conflitto futuro tra uomini e alieni, gli abitanti del pianeta Ut. Principale sede di tale scontro, ma anche di un accordo segreto con una fazione ribelle di Ut, avviene sulla Luna, ove gli uomini hanno un’importante base. Il tratto di Alessandrini non ha ancora raggiunto la felice essenzialità che vanta ai giorni nostri, ma è già asciutto e preciso, ottimo nel tratteggiare i buffi alieni e gli squarci lunari.
La fantascienza e la Luna tornano negli anni Novanta, nella serie di Nathan Never e nell’universo coerente che ne è scaturito, dato che da una sua costola è nata la serie Legs (ora chiusa) e una pletora di speciali (ancora attivi). Nathan è un ex poliziotto, diventato uno degli agenti speciali dell’Agenzia Alfa, una compagnia privata che si occupa di sicurezza. In virtù di un realismo scientifico che nell'immediato futuro trova poco credibili le grandi esplorazioni spaziali, le vicende ideate dal trio di sceneggiatori Antonio Serra, Michele Medda e Bepi Vigna, le avventure di Nathan Never sono ambientate nel nostro sistema solare, in particolare sulla Terra, su alcune colonie spaziali orbitanti, su Marte e la Luna. Quest’ultima è sede di alcune basi, di insediamenti minerari e di un super-carcere, e fa da sfondo a parecchie aventure, tra cui citiamo solo una delle prime e una delle ultime. Nell’episodio breve intitolato “Luna” (apparso in Comic Art n. 85, poi in Best Comics n. 24, Editrice Comic Art) Nathan ha una scaramuccia con una banda di criminali. Il testo è di Vigna, mentre i disegni sono affidati a Claudio Castellini, che dà un taglio supereroistico ai personaggi e non mostra molto della Luna.
In “Prigionieri nello spazio” (ospitata sul Maxi Nathan Never del 2009), ancora Vigna racconta la storia di una complessa truffa spaziale che si interseca con gli omicidi perpretati da una misteriosa creatura. La vicenda ha luogo sulle colonie spaziali e sulla Luna, che un Maurizio Gradin in ottima forma disegna facendo uso anche di foto e con molti riferimenti alla serie televisiva Spazio 1999, ambientata anch’essa sulla Luna.
Anche gli autori disneyani si sono spesso dedicati al satellite della Terra, ed è stato in particolar modo Topolino a frequentarla spesso. Già nel 1954 lo sceneggiatore Guido Martina, con l’aiuto del disegnatore Giuseppe Perego, manda Topolino e Pippo sulla Luna nella storia “Topolino e il re della Luna”. I due camminano in assenza di atmosfera senza tuta e ossigeno, mostrando un’ingenuità narrativa oggi inconcepibile. Fortunatamente il tiro viene aggiustato in storie successive, fino al luglio di quest’anno, quando sul settimanale Topolino appare “Topolino e il guardiano della Luna”, con testi di Alessandro Sisti e disegni di Giuseppe Dalla Santa. Il famoso topo, aiutato da Eta Beta, deve sventare l’ennesimo tentativo di colpo di Gambadilegno, intenzionato a rubare gli strumenti lasciati sulla Luna dagli astronauti americani.
Infine, per chiudere in bellezza, vorremmo ricordare in questa sede uno dei più grandi artisti del fumetto italiano, Hugo Pratt, che diversi anni fa realizzò per il quotidiano Il Messaggero un bellissimo portfolio intitolato Le Lune. Ricco di poetiche immagini quel portfolio, ormai introvabile, rappresenta uno degli omaggi più riusciti mai dedicati alla pallida Luna.

martedì 9 luglio 2019

IL DEVIL DI FRANK MILLER


Matthew Michael Murdock è solo un ragazzino quando si accorge che un cieco sta per essere investito da un camion. Senza pensarci troppo, si lancia al salvataggio: con un energico spintone riesce a scagliare l’uomo lontano, ma viene colpito al suo posto dal mezzo in corsa. Come se non bastasse, dall’automezzo cade un cilindro radioattivo che lo colpisce in volto. Il ragazzo perde la vista, ma quello che nessuno sa è che al contempo ha acquisito straordinarie capacità: tutti gli altri suoi sensi sono potenziati, mentre una specie di radar incorporato, che si manifesta sotto forma di un pizzicore, gli consente di prevenire ostacoli e pericoli. Queste le origini del personaggio come narrate da Stan Lee (ai testi) e Bill Everett (ai disegni) nel primo numero del comicbook statunitense Daredevil datato aprile 1964. Una mossa davvero azzardata: un supereroe con handicap, probabilmente l’unico, come spiega lo stesso Stan Lee: “Il vecchio cornetto è stato il primo, e per quanto ne sappia, ancora è, l’unico eroe cieco negli annali della storia del fumetto. Per di più, non solo è cieco, ma forse il più audace e acrobatico di tutti i nemici del crimine!”
Il disegnatore Everett viene sostituito sin dal secondo numero da altri artisti, ma Lee continua a scrivere parecchie storie definendo sempre meglio il personaggio che, dopo un esordio con un costume giallo e nero, ben presto ne adotta uno completamente rosso, colore che, in abbinamento con i cornini posti sulla testa, ben si adatta al suo nome di battaglia: Devil. A spingerlo sulla via della lotta al crimine non sono solo i suoi poteri ma anche la morte del padre, un pugile assassinato dopo essersi rifiutato di truccare un incontro di boxe. L’uomo avrebbe voluto che Matt intraprendesse la carriera di avvocato, così il ragazzo di giorno studia sui testi di legge, diventando un ottimo difensore di quest’ultima, ma di notte si allena in palestra e pattuglia i vicoli di New York alla ricerca di criminali. Dopotutto, chi potrebbe mai immaginare che un avvocato cieco e un po’ goffo è un supereroe? Oltre che sul suo costume e su un bastone da cieco modificato, Devil può contare su un udito così sottile da permettergli di individuare la presenza di una persona dal suo battito cardiaco. L’olfatto è sviluppato, le dita sono sensibilissime, e via dicendo.
Devil fa parte dell’Universo Marvel, quel variopinto mondo di supereroi nel quale si muovono anche Spider-man e molti altri. Un fumetto seriale, dunque, pieno di avventure mirabolanti, scazzottate e storie, per quanto divertenti, abbastanza semplici. Ma proprio Devil è la prova, una delle tante, che anche il fumetto seriale può diventare autoriale. Passato di mano in mano, da autore ad autore (altra caratteristica dei fumetti Marvel), a fine anni Settanta non è più così popolare. La sua testata è bimestrale e non dovendo difendere dati di vendita eclatanti, gli editor della casa editrice decidono che possono affidarne i disegni a un giovane artista, sconosciuto al grande pubblico, Frank Miller, che fa il suo esordio sul numero 158 della testata, datato maggio 1979. Ai testi c’è il veterano Roger McKenzie, ma dopo una manciata di numeri Miller si dedicherà anche alle sceneggiature. Partendo proprio dal lato grafico, Miller dà una sferzata al personaggio, rinnovandolo pur nello spirito della tradizione. Il primo segnale di questa iniezione di adrenalina arriva dall’impostazione delle tavole. Miller le “taglia” in modo estremamente efficace e in base all’azione che si svolge in ognuna. In pratica non esiste una pagina uguale all’altra per numero, forma e disposizione delle vignette. Se Devil volteggia sui grattacieli, vignette e tavole si sviluppano in verticale. Se lancia il suo bastone verso l’avversario, le vignette divengono orizzontali. Se è impegnato in un acrobatico corpo a corpo contro un avversario, le vignette perdono i loro bordi per dare maggiore respiro all’azione. Insomma la struttura della pagina è di per sé narrazione e grafica, prima ancora di parole e disegni. Questi ultimi sono estremamente dinamici, il corpo di Devil si piega, si flette, si scaglia nel vuoto, piroetta. Qualche posizione, qualche anatomia, è forzata ma fa parte degli eccessi supereroici (per i quali Jack Kirby è stato maestro e Miller allievo). Splendide anche le prospettive, con pugni e personaggi che sembrano sbalzare fuori dalla tavole. Miller incrementa anche il lato drammatico della serie, Devil è meno scanzonato, il suo alter ego Matt Murdock meno goffo. Inoltre preme sull’acceleratore dell’aspetto metropolitano, Devil preferisce muoversi tra i grattacieli della propria città (New York), opportunamente verticalizzata per consentirgli le acrobazie aeree. Ma bazzica anche le vie nascoste, il porto, la metropolitana e via dicendo. Il diavolo rosso continua a pattugliare i più oscuri vicoli di New York, ma un po’ di quella oscurità ora è entrata a far parte della sua anima. Così anche le sue storie diventano più dark, più noir. Il personaggio non può esimersi dall’incontrare altri eroi in calzamaglia e stravaganti supercriminali, dopotutto fa parte dell’Universo Marvel, ma controbilancia tale aspetto con personaggi secondari più realistici, come il giornalista Ben Urich, e storie dure, dove sofferenza e dolore sono palpabili. Devil, inoltre, passa attraverso svariate relazioni sentimentali, alcune parecchio tumultuose, ma vive anche i problemi del suo studio legale, crisi esistenziali e drammi personali che talvolta lo fanno precipitare in un abisso di depressione e solitudine, da cui tuttavia cerca sempre a riemergere. Tutte queste storie, considerate dai fan dei capisaldi, non solo di Devil ma del fumetto supereroico più adulto, sono ora ristampate in una collana monografica da Panini Comics. Un’occasione per leggere, o rileggere, albi che sono entrati a far parte della storia del fumetto. 

  
LA SCHEDA
Roger McKenzie (testi), Frank Miller (testi e disegni), Klaus Janson (chine)
Daredevil l’uomo senza paura - Integrale
Panini Comics, pp. 96, euro 4,90