martedì 25 maggio 2010

MUMBLE MUMBLE… 15


È da un po' che mi ronza in testa questo piccolo fastidio, e dopo aver letto il comunicato di Planet Manga relativo alla pubblicazione della ristampa di "l'uomo che cammina" di Jiro Taniguchi, non posso fare a meno di dedicargli un post. La nota casa editrice dice di Taniguchi: "Del resto lo stile grafico del sensei non ha nulla a che vedere con i canoni tradizionali del manga, anzi, a ben vedere è uno stile profondamente immerso nel percorso stilistico tracciato dal fumetto europeo, molto minimale e realistico, tale da suscitare ammirazione presso molti noti fumettisti del vecchio continente." Non è la prima volta che sento dire di Taniguchi che disegna come un autore europeo, invece che come uno giapponese, e la cosa ogni volta mi gela il sangue nelle vene. A mio avviso, e non solo mio credo, dato che né Taniguchi nè i vari giapponesi che conosco hanno mai suggerito tale tesi (anzi, durante il mio ultimo salto in quel di Tokyo un paio di mesi fa alcuni operatori del settore mi chiedevano meravigliati perché Taniguchi piacesse tanto agli europei, francesi in particolare...), Taniguchi è la quinta essenza del manga. Utilizza tutti gli stereotipi grafici dei manga come retini, occhioni, foto tramutate in disegni, linee cinetiche (in "L'uomo che cammina" non ci sono, perché non è un manga d'azione, ma nelle altre opere sì, eccome), ecc. Per non parlare dell'impostazione delle tavole e dei lenti tempi narrativi, evidentissimamente giapponesi. Allora mi sono chiesto come mai molti non lo riconoscono come manga. L'unica cosa che mi viene in mente è che, purtroppo, il manga in Italia è ancora identificato col solo shonen (o al massimo shojo), ovvero con quei fumetti alla Dragonball o alla Naruto, per intenderci, dallo stile grafico più veloce e dall'ipercinetismo. Ma il mondo dei manga è ben più vasto! La cosa preoccupante è che non lo abbiano capito gli addetti ai lavori (e qui per piacere mi si risparmi l'attacco della Panini, non ce l'ho con lei, lo stesso errore lo fanno anche altri, anche se è più preoccupante che a farlo sia la casa editrice che pubblica l'autore). Ma se neanche chi pubblica i manga li conosce e li comprende appieno, come potranno mai i fumetti giapponesi imporsi a livello popolare e essere accettati appieno? Mi farebbe piacere conoscere il parere dei lettori italiani di Taniguchi...

2 commenti:

E_Bone ha detto...

Adoro Taniguchi, è uno dei miei autori preferiti sia per i disegni che per le storie. L'uomo che cammina è assolutamente geniale e poetico.
E_B

Il.Pos ha detto...

Non mi permetto di scendere nel merito se chi pubblicherà questa collezione di Taniguchi capisca e riconosca la forte e splendida nipponicità del suo stile grafico e narrativo, né se capisca o meno che il manga è un territorio vastissimo che non si limita ai fumetti adolescenziali; tuttavia ritengo che la frase da lei citata, che "spaccia" per "europeizzante" lo stile del sensei Taniguchi, sia null'altro che un'affermazione nata da puri intenti demagogico-propagandistici, nel tentativo di vendere il prodotto taniguchi a un pubblico che si ritiene non possa accettare i manga, dal momento che si ritiene altresì che il pubblico dei manga non possa comprendere Taniguchi. E questo, forse, allo stato attuale delle cose non è neanche tanto falso...
Dopotutto, a ben vedere, non è forse utopico auspicare che il manga possa essere accettato e compreso correttamente a livello popolare in Italia, paese con radici culturali e sociali profondamente diverse rispetto a quelle giapponesi?