sabato 22 settembre 2007

SPOT 3


Perché le persone scrivono dei blog? Essenzialmente per due motivi: egocentrismo e illusione di guadagnare denaro. Sorvolo sul primo e considero irraggiungible il secondo obiettivo. Tuttavia, si può utilizzare il blog per farsi un po’ di pubblicità. Cosa che avviene in questo spazio. Quindi se le riflessioni sono entusiaste e positive, sappiate che è solo perché si tratta di spudorata pubblicità. Almeno sono onesto…

Trovate in edicola il nuovo numero di SCUOLA DI FUMETTO, contenente tra le altre cose un servizio sul fumetto indiano di cui sotto allego incipit. Il resto, come al solito, va acquistato. Bye.

Il fumetto indiano ha solo mezzo secolo di storia, i suoi primi personaggi nascono infatti negli anni Sessanta. In precedenza, sotto l’influsso della cultura inglese, sono i character occidentali a dominare il mercato, in particolare le strisce americane dei syndacate.
Negli anni Sessanta uno dei due “padri” del fumetto indiano, Pran Kumar Sharma (noto semplicemente come Pran) crea per il Milap, quotidiano di Delhi, la striscia del teenager Dabu e del suo mentore professor Adhikari. A quella segue la striscia di Shrimatiji, una tipica casalinga indiana. Poi è la volta, nel 1969, di Chacha Chaudhary e Sabu, un duo che combina forza (del gigantesco Sabu) e cervello (del minuscolo Chaudhary) per combattere il crimine. Pran crea anche altri fumetti, ma Chacha Chaudhary resta il più famoso, ed è pubblicato da Diamond Comics, uno dei cinque più importanti editori di fumetti dell’India.
L’altro “padre” del fumetto indiano è Anant Pai (nato nel 1931), conosciuto anche come “zio Pai”. Negli anni Sessanta Pai lavora per il quotidiano Times of India, il cui editore decide di investire anche nei fumetti. Compra quindi i diritti del personaggi americano The Phantom, che prima pubblica sotto forma di striscia su quotidiano e poi, a partire dal 1964, sull’albo mensile Indrajal Comics (e Indrajal diventa il secondo marchio storico del fumetto indiano). L’albo ospita in appendice anche altri importanti personaggi Usa, come Flash Gordon e Mandrake. Gli indiani apprezzano in particolar modo The Phantom e presto le sue avventure vengono realizzate anche da autori locali.
Ma Anant Pai vuole realizzare dei “veri” fumetti indiani, l’idea di quale tipo di fumetti debbano essere gli viene guardando la televisione. In un quiz a premi, alcuni bambini indiani dimostrano di saper rispondere a domande sulle divinità della mitologia greca, ma non sono altrettanto bravi con quelle della mitologia indiana. Pai decide così che i suoi fumetti dovranno essere incentrati sulle tradizioni indiane. Dato che non riesce a convincere il suo editore si rivolge alla India Book House, che si getta nell’impresa e crea la collana Amar Chitra Katha (“Storie immortali a fumetti”) che diventa subito un bestseller, pubblicando albi autoconclusivi di artisti svariati, basati su eventi della storia indiana, divinità ed eroi locali.

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