mercoledì 29 aprile 2020

MAGNUS! Una breve biografia.


Roberto Raviola nasce a Bologna il 31 maggio 1939. Lo pseudonimo Magnus, un attributo goliardico, prende forma alla fine degli anni Cinquanta, quando studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e scherzosamente si fa chiamare Magnus Pictor. Conclusi gli studi nel 1961, si dedica all’insegnamento del disegno, operando al tempo stesso anche in pubblicità, ma il fumetto esercita su di lui un forte richiamo. Finisce quindi per incontrare lo sceneggiatore Luciano Secchi che, sotto il nome d’arte Max Bunker, si appresta a sfornare tutta una serie di successi affidati alle matite di Magnus.
Lo straordinario duo nel 1964 crea Kriminal, nato sull’onda del successo di Diabolik e destinato a dare un bello scossone ai fumetti “neri” del periodo, che puntano a un pubblico adulto con storie dal taglio duro e disegni graffianti. Il protagonista è Antony Logan, un fuorilegge inglese che indossando una tuta su cui è disegnato uno scheletro si dà al crimine e alla vendetta, intenzionato a punire i responsabili della morte del padre.
Per tutta la seconda metà degli anni Sessanta la coppia di autori realizza una serie avvincente dopo l’altra - Satanik, Dennis Cobb Agente SS018, Gesebel – mentre il tratto di Magnus si affina e i suoi bianchi e neri si fanno sempre più efficaci.
Dopo serie nere, fantascientifiche e gialle, nel 1968 tocca a un fumetto umoristico, il cui titolo è una summa degli pseudonimi degli autori: Maxmagnus. Si tratta di tavole autoconclusive di ambientazione medievale, in cui si evidenzia una forte vena grottesca, fatta di governanti avidi e privi di scrupoli e di sudditi straccioni succubi del potere. Un tema di fondo, che è anche una satira della società capitalista, destinato a tornare nel 1969 in Alan Ford, il più grande successo della coppia. Nonostante porti il nome del più belloccio dei suoi personaggi, si tratta di una serie corale incentrata su una scalcinata agenzia investigativa, il gruppo TNT. Il fumetto mette in scena una girandola di character stravaganti e di battute al fulmicotone, innestati su trame solide e divertenti. Il tutto fuso assieme dal disegno, ormai perfettamente compiuto, di un Magnus in splendida forma che trasforma le pressanti consegne in scelta stilistica, puntando su un abbondante uso dei neri, su sfondi sintetici ma estremamente efficaci, su volti grotteschi e nasi spropositati.
Il sodalizio artistico con Bunker si scioglie nel 1974, quando Magnus intraprende una nuova strada. Dopo alcuni racconti brevi erotici, tra i primi lavori del nuovo corso vi è Lo Sconosciuto, di cui realizza sia testi sia disegni, rivelando per la prima volta interesse per le culture mediorientali e orientali.
Nel 1977, in collaborazione con Giovanni Romanini, tocca a La Compagnia della Forca, ambientata in un medioevo grottesco e dalla sfumature fantastiche, divertente via di mezzo tra il romanzo Il signore degli Anelli e il film L'armata Brancaleone.
In seguito inizia il lungo ciclo di I Briganti, che adatta in chiave futuristica un’epopea cinese.
Dal 1981, su testi di Ilaria Volpe, disegna l’erotico Necron, reinterpretando il genere con un tratto pulito, molto vicino alla linea chiara francese, che stempera pornografia e horror con l’ironia e la perizia grafica.
Gli anni Ottanta rafforzano la figura di Magnus come autore completo, in grado di spaziare tra generi diversi e di mescolarli con la cultura cinese che continua a intrigarlo. Nasce così Milady nel 3000, in bilico tra fantascienza alla Flash Gordon ed epiche avventure imperiali. Il successivo Le 110 Pillole punta invece su un erotismo spinto all’eccesso, a tal punto che la spirale di sesso alla quale si abbandona il protagonista lo conduce fino alla morte. Il fumetto è ispirato a un romanzo cinese, Chin P'ing Mei (“Fiori di Prugno in un Vaso d'Oro”). Sempre da novelle cinesi sono tratti i racconti di Le femmine incantate, storie sul tema della femminilità non prive di erotismo e dai raffinatissimi disegni.
In seguito Magnus approda al personaggio icona del fumetto italiano, Tex Willer, ritornando al fumetto popolare che ne aveva sancito l’esordio professionale. Per il ranger di casa Bonelli disegna “La valle del Terrore”, un Texone, ovvero un albo speciale di grande formato, che lo impegna per anni (uscendo postumo solo nel 1996) e col quale riesce a stupire persino i suoi sostenitori più accesi. Il risultato finale è infatti un volume dalle tavole estremamente curate, dalle vignette affollate di particolari cesellati con pazienza certosina. Si tratta anche di una sorta di testamento artistico poiché, dopo una lunga malattia, Magnus si spegne a Imola, Bologna, il 6 febbraio del 1996.

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