mercoledì 28 novembre 2012

IL RE DEGLI SCARABOCCHI


Non sempre le immagini devono essere accompagnate da parole, anche nel caso di narrazione. La narrazione muta è una tecnica fondata al medesimo tempo su istintività e profonda padronanza del mezzo. Si parla di disegni, ma il discorso è facilmente allargabile ad altri mezzi di espressione, come la fotografia e il cinema. Chiunque abbia provato almeno una volta l’esperienza di visionare, per esempio, un film in una lingua a lui sconosciuta e pur ne abbia tratto elementi comprensibili e, soprattutto, fortemente emotivi si sarà reso conto della potenza evocativa e narrativa delle immagini a prescindere dalla loro interazione con qualsiasi forma linguistica. Ciò vale ancor di più con le immagini disegnate, che talvolta travalicano la realtà e talvolta ancora la distillano attraverso occhi/mente/mano dell’autore fornendone una visione personalissima. Un solo, singolo disegno è in grado di raccontare moltissimo, senza ausilio di testo. Anche per questo motivo i cosiddetti sketchbook, o libri degli schizzi per dirla in italiano, possono rappresentare, ovviamente a seconda del loro autore, un’inesauribile fonte di spunti narrativi senza che vi sia proferita, pardon, scritta parola alcuna. Le immagini di Shaun Tan, artista australiano nato nel 1974, sono uno dei migliori esempi di quanto detto sopra. Nel volumetto “Il re degli uccelli e altre creature” sono raccolti almeno duecento suoi disegni nati nei modi e per i motivi più svariati, ma certamente non per la pubblicazione. Si tratta infatti di materiali molto differenti tra loro, che vanno da idee tracciate velocemente sulla carta a spunti per lavori da sviluppare, da bozze di progetti a scarabocchi tracciati durante viaggi in aereo, da intuizioni fulminee a studi per illustrazioni, da layout per fumetti a disegni dal vero. Una moltitudine di immagini che, tuttavia, non sono che una minuscola parte dell’enorme serbatoio di spunti visivi sfociati dalla fantasia dell’artista. Ma ciò che risulta maggiormente interessante è che ognuno di loro riesce a raccontare qualcosa, a suggerire un’idea che va oltre i tratti di cui è composto. Nel curioso schizzo di un uccellino meccanico che saltella allegramente c’è il seme di tutto un modo fatto di creature artificiali, l’incipit di un universo alternativo con regole differenti dalle nostre. L’immagine a matita di un palombaro, invece, richiama alla mente avventure da 20.000 leghe sotto i mari, sussurra misteri acquatici che non possono essere svelati tramite le parole. Il disegno di un padre che tiene per mano il figlio suggerisce un’intimità difficilmente spiegabile a voce. Le immagini raccontano, parlano, gridano, talvolta persino suonano, accompagnate da musiche silenziose. Inoltre, i messaggi che inviano possono essere differenti a seconda di chi li riceve: il lettore, o in questo caso l’osservatore. Poiché la parte finale del messaggio è lasciata al ricevente, dipendono anche dalla sua sensibilità, dalla sua cultura, dal suo background emotivo l’entità e i contenuti di quegli stessi messaggi. Shaun Tan lancia dei segnali, anche involontari, abbozza dei mondi, comincia delle storie, ma tutto ciò che disegna deve trovare compimento ultimo nella testa di chi guarda. Perché, secondo le parole dello stesso Taun, “nei bozzetti c’è anche una meravigliosa, innata vaghezza” e “un bozzetto è buono quando riesce a essere sia chiaro che ambiguo.” 
Restando sull’autore, è evidente una sua propensione al fantastico, nonché una predilezione per i soggetti animali. Una “fascinazione per mondi e creature immaginarie”, scrive in una delle brevi introduzioni ai capitoli. Le due passioni si fondono dando vita a bizzarri esseri, come dei graziosissimi gatti lucertola, estremamente comunicativi. La creazione di nuovi esseri, porta con sé l’obbligo di strutturare interi nuovi mondi in cui farli muovere. Mondi di cui si intravedono scampoli, squarci di paesaggi, pezzi di città, persino alfabeti inventati. Lo sketchbook è una via di mezzo tra la tavolozza di un pittore e la creta di un demiurgo al lavoro su una nuova creazione con la “c” maiuscola. 

Shaun Tan, Il re degli uccelli, Elliot, pp. 128, euro 16,00





1 commento:

LUIGI BICCO ha detto...

Anni fa, quando vidi le prime cose di Shaun Tan, non riuscii ad inquadrarlo subito. Poi, fortunatamente per me, è arrivato anche qui da noi il suo libro L'Approdo. Allora capii che si trattava di un genio. Ancora oggi troppo sottovalutato.

Non sapevo di questo libro della Elliot. Grazie per la segnalazione. Se mi capita sotto gli occhi, lo prendo di sicuro.