martedì 15 aprile 2008

MUMBLE MUMBLE… 7


Negli scorsi giorni è rimbalzata su vari siti e blog la notizia del sequestro da parte delle autorità cinesi di copie del manga Death Note. La cosa curiosa è che da tutti tale fatto è stato riportato come una novità. In realtà tale operazione era stata compiuta già diversi mesi prima. Ne accennavo io stesso in un articolo sui fumetti cinesi, apparso sulla rivista Scuola di Fumetto, con queste parole: “La situazione del fumetto in Cina, comunque, non è ancora tutta rose e fiori: è notizia di quest’anno che le autorità hanno sequestrato parecchi fumetti horror (tra cui anche l’edizione locale del manga Death Note), giudicati responsabili di danneggiare la salute mentale dei ragazzi cinesi.” Andando più indietro nel tempo, nel lontano 1999, dopo un viaggio a Hong Kong, in un articolo per la rivista Wiz raccontavo della reazione delle autorità cinesi di fronte ad alcuni fumetti. Ecco un estratto: “La partenza non è delle più incoraggianti. Sull'aereo sfogliando una copia del giorno precedente del quotidiano South China Morning Post (in inglese, come tutte le edizioni per Hong Kong) mi imbatto in un articolo sull'apertura del festival. 'Probe of violent comics at festival' recita il titolo, mentre il pezzo rivela di tre stand che avrebbero venduto fumetti con contenuti violenti o pornografici a ragazzi under 18. Di fumetti in pratica non si parla e quali sarebbero tali pubblicazioni oscene sembra non saperlo nessuno. L'articolo mi richiama alla memoria episodi analoghi italiani, con facili condanne e nessun colpevole. Il ritornello fumetti violenti tornerà nei giorni successivi, per esempio sul quotidiano Hong Kong Standard che (pur regalando l'inserto Comic Extra, contenente solo fumetti americani) accusa l'industria locale del fumetto di essere una sorta di Frankenstein cresciuto troppo rapidamente, che ha dato spazio alla lascivia e alla pornografia. Per il China Daily i casi di vendita di fumetti pornografici sarebbero almeno sette, anche in questo caso però non vengono fatti nomi né di serie, né di editori… Resta il solito dubbio: qualcuno dei giornalisti quei fumetti li ha veramente visti?”
Insomma il rapporto tra Cina e fumetti è ancora controverso (ma evolve, evolve, sono di ritorno da un viaggio a Londra ove ho visitato una mostra sull'argomento), ma in Europa rimane ancora per buona parte avvolto dalle nebbie, così che le notizie ci arrivano centellinate e non troppo precise. Amici di siti e blog, approfondite, approfondite, approfondite...

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