giovedì 28 febbraio 2008

ROBOT 18


La telecamera del televisore era ad alta fedeltà. Serviva ai propositi di Bolzano. E serviva anche alla vanità di Lipescu, poiché il gigante voleva che ogni momento della sua impresa fosse registrato per l'eternità. Era interessante vedere Lipescu diventare un nano vicino al robot. Il nero guardiano senza volto, massiccio e immobile, sovrastava il gigante quasi di un metro.
Lipescu disse: – Fatti da parte.
Il robot rispose con voce stranamente umana, anche se priva di qualsiasi inflessione o accento riconoscibile. – Ciò che custodisco non può essere saccheggiato.
– Lo reclamo di diritto – ribatté Lipescu.
– Come gli altri. Ma il loro diritto non esisteva, come non esiste il tuo. Non posso farmi da parte.
– Mettimi alla prova – disse Lipescu. – Vedrai se ne ho il diritto o no!
– Soltanto il mio padrone può passare.
– Chi è il tuo padrone? Io sono il tuo padrone!
– Il mio padrone è colui che può comandarmi. E nessuno che manifesti la sua ignoranza davanti a me può comandarmi.
(Robert Silverberg, Il sesto palazzo, The Sixth Palace, 1955)

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