sabato 24 novembre 2007

SPOT 6


“In genere, il jazz è sempre stato simile al tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia”, ebbe modo di dichiarare Duke Ellington, pianista, caporchestra e compositore, in altre parole uno che di musica e di Jazz in particolare se ne intendeva. E dato che ben pochi padri permetterebbero alla propria discendenza femminile di frequentare Mister No – avventuriero dal cuore d’oro, ma perennemente in bolletta e dalle pessime frequentazioni – non è affatto insolito che Jerry Drake e la musica Jazz vadano a braccetto.
Nato agli inizi del Novecento, e presa completamente forma negli anni Venti, il Jazz mescola elementi musicali africani con melodie derivate dalla musica colta europea. Soprattutto, si denota da subito come genere musicale che lascia grande spazio all’improvvisazione, in cui la predominanza spetta all’interprete piuttosto che alla composizione. Insomma, una musica un pizzico anarchica, ancora una volta in linea col carattere di Mister No, che di rigidi spartiti e regole imposte da altri proprio non vuole saperne.
Il Jazz, che nasce come musica popolare e “nera”, negli anni Cinquanta è ormai riconosciuta come una forma d’arte in tutto il mondo, proprio quando la sua parabola è ormai discendente e i suoi grandi successi commerciali appartengono al passato. Anche se nuove correnti, come il Free Jazz, otterranno discreta attenzione fino agli anni Sessanta e Settanta, i tempi sono maturi perché un nuovo genere prenda il posto del Jazz nel cuore delle masse. Si tratta del Rock’n’roll che, proprio nei Cinquanta, comincia a farsi largo, soprattutto grazie alla voce di un bianco che canta come un nero: Elvis Presley. Ma il nostro Mister No è già troppo vecchio per seguire nuove mode, e nello sperduto angolo di mondo chiamato Manaus certo non arrivano le ultime novità discografiche nordamericane. Per questo il pilota di piper canticchia continuamente un brano jazz, vera e propria colonna sonora delle sue storie che riecheggia nella testa di ogni lettore: “When the Saints Go Marching In”, marcetta allegra e dal ritornello ripetuto a oltranza, portata al successo da colui che del Jazz è stato il portavoce più famoso e simpatico: Louis Amstrong.

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