"'Chi comprenderebbe un albergo morto in una città fantasma?' disse il signor Terle, quietamente. 'No. No, rimarremo qui seduti ad aspettare, ad aspettare il gran giorno, il 29 gennaio.'
Lentamente, i tre uomini smisero di dondolarsi.
Il 29 gennaio.
L'unico giorno, in tutto l'anno, quando il tempo si lasciava andare e pioveva.
'Non avremo molto da aspettare.' Il signor Smith inclinò il suo orologio d'oro come la calda luna d'estate, nella palma. 'Fra due ore e nove minuti sarà il 29 gennaio. Ma non vedo nemmeno una nuvola in diecimila miglia.'
'Ha piovuto tutti i 29 gennaio, dacché sono nato!' Il signor Terle si interruppe, sorpreso della propria voce alta. 'Se quest'anno è in ritardo d'un giorno, non tirerò la camicia del buon Dio.'
da "Il giorno in cui piovve per sempre" di Ray Bradbury, del 1959
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