lunedì 15 novembre 2010

BAT-STRIPS


Batman non è sempre stato come lo conosciamo oggi. Il personaggio cupo, talvolta persino tormentato, impegnato in realistiche storie poliziesche e dotato di una tecnologia avveniristica ma credibile dei giorni nostri, fino alla seconda metà degli anni Sessanta vantava caratteristiche molto differenti. Certamente, nella sua prima versione – Batman nasce nel 1939, sul numero 27 del comicbook Detective Comics – il creatore Bob Kane lo dipinse come un giustiziere spietato e solitario, disposto anche a eliminare fisicamente i suoi avversari. Ben presto, però, le atmosfere delle sue storie cominciarono a stemperarsi. Con l’arrivo di Robin, avvenuto nel 1940, divennero dei polizieschi più blandi, infarciti di personaggi grotteschi, trovate umoristiche, esagerazioni poco credibili. Il disegno si allineò alle trame, grazie a un protagonista dal corpo muscoloso e tondeggiante e dalla mascella squadrata, a un tratto semplice, a tavole che erano un misto di pop art e di trovate naif. La serie piaceva così, portando anche a produzioni televisive che ne esaltavano il lato giocoso e camp, e che a loro volta influenzavano il fumetto in una sorta di circolo vizioso. Tutto, appunto, fino a metà anni Sessanta, quando un forte calo delle vendite spinse la DC Comics, editore del personaggio, a un cambiamento drastico, che trovò definitiva maturazione negli anni Settanta (quando cessò la forte influenza del popolarissimo telefilm interpretato da Adam West) con un Batman ormai maturo e realistico nelle storie come nei disegni. Ma ciò che ci interessa esaminare in questa sede è proprio il periodo più “leggero” del personaggio, in particolare quello delle strisce degli anni Quaranta.

SI STAMPI!
Attualmente negli Stati Uniti il mezzo trainante, da un punto di vista artistico oltre che commerciale, per i fumetti è considerato il comicbook. Negli anni Trenta e Quaranta, al contrario, “padrone del mercato” erano le strisce (quotidiane e settimanali) pubblicate sui newspapers. I fumetti più famosi e gli autori più validi lavoravano per i syndicates che fornivano decine e decine di serie alle centinania di quotidiani, locali e nazionali, degli States. Si parla di fumetti del calibro di Buck Rogers, Flash Gordon, Tarzan, Prince Valiant e di fumettisti superstar come Alex Raymond, Hal Foster, Milton Caniff, ecc. ecc. La neonata industria del comicbook per quanto frizzante, colorata e in forte ascesa, non poteva competere con i veterani della nona arte e con i loro personaggi, che già vantavano milioni di lettori grazie anche a una diffusione capillare e in un certo qualmodo gratuita (i fumetti erano inclusi nel costo del quotidiano). Non sorprende, quindi, che quando Bob Kane si vide proporre la possibiltà di pubblicare il suo Batman sotto forma di strisce fece un balzo sulla sedia e accettò immediatamente. Addirittura, affidò il comicbook ad altri autori per dedicarsi completamente alle strips. Nel corso dei decenni Batman è apparso in cinque differenti occasioni sui quotidiani (1943, 1953, 1966, 1978, 1989), ma è nelle storie pubblicate tra il 1943 e il 1946 (più esattamente le dailies dal 35 ottobre ’43 al 2 novembre ’46, le sundays dal 7 novembre ‘43 al 27 ottobre ’46), sotto il titolo “Batman and Robin”, che emerge lo spirito avventuroso e un po’ infantile del periodo. Inoltre, le strisce quotidiane sono state disegnate in maggioranza dallo stesso Kane, che proprio su questa produzione ha riversato il suo maggiore impegno come matitista.
Il syndicate delle batstrips era McClure, che per il lancio del noto personaggio sui quotidiani (e invogliare gli stessi ad acquistare le strisce) diede vita a una serie di iniziative promozionali. Innanzitutto vennero realizzate sei strisce introduttive (testi di Bill Finger, matite di Bob Kane, chine di Charles Paris), leggibili autonomamente, che non narravano una storia ma presentavano il personaggio e il suo mondo. Il dinamico duo, le origini di Batman, il maggiordomo Alfred, il batsegnale, la batcaverna, la batmobile e il batplane, beneficiarono ognuno di una striscia (in 3 o 4 vignette) in grado di rendere familiari personaggi e loro avventure anche a lettori che non ne avessero mai visti i comicbook. La McClure realizzò anche un fascicolo di dodici pagine per presentare la serie ai potenziali acquirenti, i quotidiani, inserendovi le sei strisce introduttive, due settimane di dailies (quindi altre 12 strisce), una tavola domenicale e altro materiale promozionale. Per i lettori veri e propri, invece, alcuni quotidiani stamparono dei piccoli gadget. Il Philadelphia Record distribuì 250.000 mascherine di carta di Batman, che sul retro riportavano la pubblicità della serie. Ovviamente apparirono pubblicità sui quotidiani che avrebbero ospitato la striscia, mentre la DC Comics pubblicò (ma solo nel 1945) su Batman e Detective Comics l’invito ai lettori dell’uomo pipistrello a scrivere al quotidiano della loro città perché pubblicasse le strisce dei loro beniamini.

GLI AUTORI
Come si è visto, inzialmente fu Bob Kane a sostenere la maggior parte del lavoro come matitista, ma ben presto dovette chiedere aiuto ad assistenti e colleghi. Il creatore di Batman cedette quasi subito le sundays per concentrarsi sulle dailies. Realizzò, infatti, solo le prime dieci tavole domenicali, affidandole poi alla matita di Jack Burnley che se ne occupò fino alla fine con due sporadiche interruzioni: un breve ritorno di Bob Kane sulle tavole dalla 86 alla 90, e un aiuto di Fred Ray dalla 133 alla 137. I testi erano principalmente di Bill Finger, ma molti anche di Al Schwartz.
Le strisce quotidiane, disegnate per la maggior parte da Kane beneficiarono delle chine di Charles Paris. Solo in alcune sequenze, per motivi vari, Kane dovette chiedere l’aiuto del solito Jack Burnley. Da segnalare anche una breve storia (“A Change of Costume”) firmata da Dick Sprang, tra il febbraio e il marzo del 1946, nella quale il disegnatore dà una forte impronta personale e, approfittando della presenza di un ballo in maschera nella trama, pigia l’acceleratore sul grottesco. Inoltre, il Batman di Sprang, soprattutto negli anni a venire, è destinato a divenire l’immagine icona dell’uomo pipistrello del periodo, grazie al fisico possente e allo squadrato volto sorridente che Sprang dipinge con grande naturalezza.
Una curiosità, tutte le strisce quotidiane (a parte le sei introduttive) furono disegnate su carta Craftint, un supporto molto usato dai disegnatori del tempo, che permetteva di creare delle retinature applicando sulla carta un particolare liquido tramite un pennello. In altre parole, sulla carta erano stampati i puntini, ma questi diventavano visibili, ovvero neri, solo a contatto con lo specifico liquido. La Craftint permetteva di creare zone grige senza bisogno di applicare retini. Kane utilizzò solo Craftint puntinata, ma ne esistevano anche con motivi a righe. Ai giorni nostri questo tipo di carta non viene più prodotto.


LE DAILIES
Per il lettore del ventunesimo secolo immergersi nella lettura delle strisce di Batman degli anni Quaranta è un po’ come fare un viaggio nel tempo per scoprire un personaggio molto differente da quello attuale. Quasi sempre composte da quattro vignette, tre se era necessario fornire una panoramica del luogo in cui era ambientata l’azione, le strip erano disegnate con un tratto semplice. D’altra parte, Bob Kane ha sempre avuto una “visione sintetica” del medium fumetto, che a suo avviso non doveva puntare troppo al realismo, in altre parole preferiva la stilizzazione a un tratto troppo illustrativo (questo tra l’altro fu motivo di attrito col più illustrativo Jerry Robinson, suo assistente sul comicbook di Batman). Le strisce, con il loro spazio limitato e la necessità di usare pochi ed efficaci tratti ben si coniugavano quindi con la sua idea di comics, in buona parte mutuata proprio dalla passione nei confronti delle strisce di suoi illustri colleghi. Il Batman delle dailies vanta quindi un tratto pulito, cartoonistico, che pone attenzione ai contrasti tra bianchi e neri, ma fa uso anche del grigio grazie alla retiatura. Kane si prodigò nel rendere più avvincenti strisce e singole vignette attraverso un capace uso delle inquadrature, fu infatti uno dei primi autori a usare in tale ambito inquadrature mutuate dal cinema: viste dall’alto, viste dal basso, frequenti cambi d’angolazione. Per quel che riguarda i personaggi, la mascellona di Batman e taluni cattivi dai volti grotteschi traggono ispirazione da Chester Gould e dal suo Dick Tracy, autore e personaggio apprezzati da Kane. Alcuni affascinanti e prorompenti characters femminili, invece, hanno probabilmente un debito con le poppute ragazzone di Al Capp e della serie Li’l Abner in particolare. A Bob Kane, insomma, lo spazio ridotto della striscia non pesa, al contrario gli consente di portare avanti la propria idea di fumetto. I testi di Bill Finger sono a loro volta semplici, una trama doveva dipanarsi e concludersi mediamente in 60 strisce.
In queste storie Batman fa uno scarsissimo uso di bat-gadget (decisamente più sfruttati in altri periodi e sul comicbook), e a parte qualche batboomerang e l’onnipresente batmobile (quella kitsch con “muso” di pipistrello), entrano in azione solo i poderosi muscoli del dinamico duo.
Sul fronte degli avversari sono completamente aboliti i superpoteri, tanto che si fatica a catalogare la striscia come supereroistica, dato che a parte qualche costume sgargiante e atteggiamenti stravaganti non sono presenti elementi che vadano oltre l’umano. Quasi assenti anche le apparizioni di nemici famosi, che ammontano al solo Joker, che fa capolino esclusivamente nella terza avventura.

LE SUNDAYS
Per quanto pubblicate nello stesso periodo, le dailies e le sundays presentavano svariate differenze, inclusa, ovviamente, quella del colore presente solo sulle seconde come da tradizione. La gabbia della tavola era molto rigida, impostata su quattro strisce di tre vignette ognuna, con la sola esclusione della prima striscia con due vignette di cui la prima grande il doppio per contenere logo e breve riassunto. Molto raramente, quando era necessario disegnare ambienti spaziosi, altre vignette raddoppiavano le loro dimensioni. In molte tavole era presente un espediente grafico ricorrente, una vignetta contenente un cerchio entro il quale era racchiuso il disegno, a sottolineare un momento particolarmente importante o semplicemente per “staccare”, creando una certa varietà grafica all’interno della pagina. Poiché affidate principalmente a Jack Burnley, le domenicali si differenziavano leggermente dalle quotidiane dal punto di vista del disegno. Burnley, infatti, aveva un tratto leggermente più dettagliato e realistico di quello di Bob Kane, mantenendo però inalterata la granitica figura di Batman.
Infine, chi volesse visionare oggi questo interessante lavoro, ancora apprezzabie seppur molto differente dalle produzioni attuali, potrà farlo a un prezzo tutto sommato contenuto, dato che dailies e sundays sono tate ristampate da Sterling Publishing in due bellissimi volumoni che costano, rispettivamente, 20,00 e 14,95 dollari. Buona lettura.


Le immagini in ordine di apparizione:
- Dettaglio dell’illustrazione di Dick Sprang realizzata per la cover del volume dedicato alle Sundays.
- Daily del 27 marzo 1944. È visibile la linea lungo la quale i quotidiani con poco spazio potevano tagliare orizzontalmente la striscia rendendola più “bassa”. Notare anche il marchio Craftint sulla carta (l’immagine si riferisce infatti all’originale della strip, non alla sua versione stampata).
- La prima tavola domenicale di Batman and Robin.
©DC Comics

venerdì 12 novembre 2010

GIORNALISTI

"I giornalisti onesti ci sono. Soltanto costano di più."
Mark Twain

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 30

In questo spazio sono raccolti aneddoti sulla vita editoriale. Cose che mi sono capitate personalmente o che mi hanno raccontato colleghi. Tutto quanto riportato è vero. Si tratta inoltre di una rubrica “aperta”, in altre parole se volete contribuire raccontando qualcosa di simile accaduto a voi mandatemi una mail, garantisco l'anonimato di tutti, “vittime” e “colpevoli”.

Raccontatomi da un librario. Telefonata a uno dei principali distributori di comicshop: “Salve, dovrei ordinare delle copie dell’Almanacco del West della Bonelli.” Risposta dell’impiegato: “Cos’è un Bonelli?”. In effetti non si può pretendere una conoscenza tanto approfondita del mondo del fumetto…

martedì 9 novembre 2010

FUMETTISTI MESSI A NUDO


Se vi piace la rubrica di questo blog dal titolo "Sempre meglio che lavorare" apprezzerete molto il libro di Bryan Talbot (noto fumettista inglese, autore tra l'altro di Luther Arkwright e di "La storia del topo cattivo") "Il fumetto a nudo" (Comma 22, 12 euro). Non si tratta di un fumetto, ma di una sorta di diario di ricordi e di raccolta di testimonianze, raccontati in brevi "istantanee", che svelano il lato privato dei fumettisti, soprattutto le loro disavventure a fiere, convention, incontri pubblici e avvenimenti simili. Eventi tragicomici che solitamente circolano solo tra gli addetti ai lavori. Il libro scorre velocemente e strappa parecchie risate, ma smonta anche molti miti. Personalmente, una delle impressioni che ne ho ricavato è che i fumettisti inglesi (essendo Talbot inglese, molti aneddoti riguardano suoi connazionali) sono una banda di alcolizzati. Inoltre, non vedrò più con gli stessi occhi le opere di Grant Morrison, autore che apprezzo molto, adesso che ho scoperto che si è letteralmente cagato addosso in aereoplano a causa di un cocktail di droghe. Insomma, leggete il libro a vostro rischio e pericolo, io però ve lo consiglio caldamente.

9 NOVEMBRE

"Era il nove di novembre, la vigilia del suo trentottesimo compleanno, come avrebbe spesso ricordato in seguito.
Stava tornando a casa a piedi dopo aver cenato da Lord Henry, avvolto in una pesante pelliccia perché la notte era fredda e nebbiosa. All'angolo di Grosvenor Square con South Audley Street un uomo lo superò nella nebbia, camminando di fretta e con il bavero dell'ulster grigio rialzato. Teneva in mano una borsa. Dorian lo riconobbe. Era Basil Hallward. Una strana, incomprensibile paura, che non sapeva spiegarsi, lo assalì. Non fece segno di riconoscerlo e proseguì speditamente verso casa.
Ma Hallward lo aveva visto. Dapprima, Dorian lo sentì fermarsi sul marciapiedi e quindi inseguirlo. Dopo un istante sentì la sua mano posarsi sul braccio."

da "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde, del 1891

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 29

Raccontatami da un manager. In una libreria una signora chiede un libro per il nipotino. Il libraio prende da uno scaffale una copia di Pinocchio e glielo porge. La donna: “ma è un libro vecchio”. Il librario: “sì, ma il nipotino è nuovo!”

domenica 7 novembre 2010

NUOVI PERSONAGGI IN 3D


A quanto pare la collezione di personaggi di fumetti in metallo della Hobby & Work, "I protagonisti dei fumetti 3D collection", sta riscuotendo un discreto successo, dato che la lista di characters comincia ad arricchirsi. Tra le future uscite, dopo un gran numero di personaggi bonelliani, vi saranno anche lo Sconosciuto, Bonaventura e Tiramolla.

7 NOVEMBRE

"Così rientrammo in Russia alle otto del mattino, il sette novembre 1938, a piedi, dalla parte del torrente, dov'era stata l'isba di Adamo. Al suo posto il granduca vide un alveare umano a dieci piani di mattoni scuri, brulicante di vite: a quell'ora, camminando sul marciapiedi, poteva sentire le grida delle donne, le voci dei mariti, lo sbattere delle porte, un ronzio confuso e modulato a tratti, come di canto.
'Le radio, Altezza' gli chiarì Ourousov, cogliendo la sua perplessità, 'scatole che riproducono le voci anche a mille verste di distanza. La maggior parte di loro le adopera pere non ascoltare nessuno e per non rimanere mai soli a pensare'."

da "La principessa e il drago" di Roberto Pazzi, del 1986

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 28


Trovato casualmente leggendo il blog di un disegnatore di fumetti. L'autore in questione si è visto arrivare una mail da un editore per cui in passato aveva realizzato delle tavole per un progetto poi mai realizzato. L'uomo gli comunicava la sua intenzione di venderle su ebay, ma per risparmiare tempo se l'autore le voleva poteva fare un'offerta in blocco. L'artista, esterrefatto, rispondeva che le tavole erano sue, non erano mai state cedute in alcun modo, solo prestate (come si fa sempre) per essere scansionate per la stampa (che non vi è neanche stata). Intimava quindi all'individuo di restituirgliele immediatamente e senza alcun costo. L'uomo, con una faccia tosta invidiabile, rispondeva che non se ne parlava neanche, che gli avrebbe fatto un prezzo di favore, e che se fosse stato accusato di furto avrebbe detto che le tavole non le aveva. Insomma, un delinquente di prima categoria.

lunedì 1 novembre 2010

BUON COMPLEANNO, DIABOLIK


Il primo numero di Diabolik esce il primo novembre del 1962. Diabolik è un ladro spietato e quasi sempre vincente. Fidanzato inizialmente con Elisabeth Gay, nel terzo numero della serie incontra la bellissima Eva Kant, che diventerà la sua compagna di vita; il loro costante scopo è rubare denaro e gioielli.
Sul metro e ottanta, circa 78 chili, capelli neri e occhi grigi, Diabolik è forse il ladro più ricercato del mondo, anche perché per mettere a segno i suoi colpi non esita a uccidere (ma per la verità questo avveniva più spesso in passato). Il suo comportamento viene dalla necessità di dimostrare la propria superiorità rispetto al resto del genere umano, fatto per lui molto più importante del bottino in sé.

1 NOVEMBRE

"La Natura, la quale ci ha giocato più di un tiro mancino, mescolando in parti ineguali argilla e diamante, per poi imbottirne una forma spesso tra le più incongrue, dando al poeta la faccia di un beccaio e al beccaio i tratti d'un poeta; la Natura che si diletta di intorbidare e complicare le cose al punto che neppure oggi (il 1° novembre 1927) sapremmo dire perché saliamo le scale di casa nostra e perché ne discendiamo (i nostri movimenti più consueti sono come il viaggio di una nave su di un mare ignoto, e quando il marinaio dall'albero maestro, puntando il cannocchiale all'orizzonte, domanda: 'Terra? Sì o no?', noi, se ci atteggiamo a profeti , rispondiamo 'Sì', ma a voler essere veritieri dovremmo dire 'No'); la Natura, che di tante cose dovrà rispondere, oltre la prolissità forse alquanto gravosa di questo periodo, la Natura, dunque, si è compiaciuta di imbrogliare ancora la matassa, fomentando la nostra confusione, quasi non le bastasse l'avere fatto di noi dei fantocci tra i più bizzarri e disperatamente costruiti (un fondo di pantaloni di gendarme sposato al velo nuziale della regina Alessandra) e ha congegnato il tutto in modo che l'intero assortimento fosse riunito da un'unica leggera cucitura. La cucitrice è la memoria, ed è una cucitrice capricciosa la sua parte."

da "Orlando" di Viriginia Woolf, del 1928

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 27

In questo spazio sono raccolti aneddoti sulla vita editoriale. Cose che mi sono capitate personalmente o che mi hanno raccontato colleghi. Tutto quanto riportato è vero. Si tratta inoltre di una rubrica “aperta”, in altre parole se volete contribuire raccontando qualcosa di simile accaduto a voi mandatemi una mail, garantisco l'anonimato di tutti, “vittime” e “colpevoli”.

Un giochetto verbale che faccio spesso con un editore quando mi propone un lavoro.
Domanda: “con questo mi renderai finalmente ricco e famoso?”
Risposta dell'editore: “famoso sicuramente.”
Io percepisco una sottile ironia sul secondo punto della domanda.