venerdì 29 gennaio 2010

IL CASTELLAZZI APOCALITTICO

Ma guarda, come sempre lettori ed editori di fumetti sono molto, ma molto suscettibili. Le due notarelle sulla crisi dei manga hanno sollevato un mezzo vespaio e mi hanno procurato anche una bacchettata sulle dita da parte di GP. Vediamo di chiarire un po' di cose. Innanzitutto non sono "apocalittico" (cosa di cui mi hanno accusato alcuni lettori), semplicemente mi limito a dire che il re è nudo e se gli altri non vogliono vederlo peggio per loro. Lavorando nel settore conosco in dettaglio i dati di vendita di quasi tutti, non me li invento. Poi faccio mea culpa se non stato chiaro, sono bassi quelli di tutti, inclusi Star e Planet Manga (e altri che non cito), non solo Planeta e GP. Semplicemente ci si aspetta che editori con un potenziale maggiore vendano un "pizzichino" di più, cosa che in molti casi non è stata. Riguardo ai "Kappa che abbandonano la nave che affonda" era solo un'immagine figurata. Non intendevo dire che i Kappa sono scappati o che hanno deciso loro di lasciare GP piuttosto che viceversa, semplicemente sottolineavo che c'è stato un "divorzio editoriale". E su questo divorzio, assolutamente legittimo, se vogliono facciano luce gli interessati, oppure non la facciano è un loro diritto anche questo. Per quel che riguarda GP, poi, ritengo che una persona competente come Francesco Meo possa portare avanti una linea editoriale, anche manga, in modo più che buono. Non solo, sottolineo che GP non è in crisi e che, anche come lettore, confido che porterà avanti i manga che ha avviato. Anzi, ne sono certo, visto che la separazione coi Kappa non risale a oggi eppure gli albi continuano a essere tradotti e pubblicati. Mi sia però consentito poter esprimere la mia opinione, come editor e come lettore, che mi porta ad affermare che la situazione manga non è rosea. Non solo perché il Paese è in crisi (e quindi per motivi che nulla hanno a che fare con i fumetti), ma anche perché quasi tutti gli editori si affollano nello stesso segmento di mercato, talvolta anche con idee confuse. Poi se qualcuno ritiene che stampare 1.000 copie di un titolo e venderne meno sia sintomo di buona salute, beh, contento lui contenti tutti. Ora vi lascio, mi attendono la cena e Grey's Anatomy.

giovedì 28 gennaio 2010

ANCORA SULLA CRISI MANGA

Le magagne cominciano a venire a galla… Dai distributori giungono voci di dati di vendita disastrosi dei titoli Planeta DeAgostini e Giochi Preziosi. La cosa, sinceramente, non stupisce viste le scelte fatte. Inoltre, i Kappa abbandonano la nave che affonda (il piccolo scossone di cui si parlava), ma sembrano essersi già attivati per altre iniziative. Così ora ci si chiede quale "rotta" intraprenderà la nave GP (mentre per la nave Planeta da tempo si è capito non esservi rotta). Nubi scure si addensano all'orizzonte, la tempesta non è ancora esplosa in tutta la sua furia…

CHI È SOR LETTORE?

Sor lettore è un'ideuzza che si agita nel mio cervelletto da qualche annetto: realizzare recensioni in rima nello stile dei vecchi fumetti del Corriere dei Piccoli (tipo Sor Pampurio). Bene, ora ci provo, in formato vignetta unica, magari in futuro potrebbe esserci qualche striscia o qualche tavola. La prima "recensione" è dedicata al Tex attualmente in edicola. Fra parentesi, se dovesse risultare troppo piccolo da leggere sullo schermo, basta cliccare sull'immagine per farla ingrandire.

SOR LETTORE

domenica 10 gennaio 2010

MERCATO MANGA: CRISI E SCOSSONI

Il 2009 è stato per il mercato dei manga un po' problematico. Innanzitutto la crisi ha investito anche questo settore. I manga vendono meno di quanto generalmente si pensi. Checchè ne dicano alcuni, molte serie non arrivano a vendere mille copie (addirittura ne vengono stampate solo mille copie). Dati che si riverberano anche sul mondo degli anime, basti considerare che DeAgostini che lanciava in edicola circa sei collezioni di anime l'anno nel 2009 è uscita con una sola collezione, quella di Ken, e ha aperto il 2010 col rilancio di una vecchia, Lamù. Comunque, il 2009 ha visto l'ingresso in campo di vecchi e nuovi editori con i manga. Ci si aspettava molto dai "grandi", ma sia Rizzoli che Mondadori sono stati deludenti (e sono arrivati solo nelle librerie di varia). La prima pubblicando un volumetto di Jiro Taniguchi a un prezzo esorbitante, la seconda lanciando un manga un po' insipido di cui nessuno pare essersi accorto. Ci sono stati anche scossoni, come il passaggio dei Kappa alla GP Publishing che ha inaugurato una linea manga di cui, sinceramente, non ho capito bene le linee guida e che, a parte alcuni titoli, non sembra avere riscosso grandi entusiasmi. E il 2010? Nuovi editori scalpitano per fare il loro ingresso nel mercato e, a giorni, dovrebbe essere ufficializzato un nuovo, piccolo, scossone. Resta l'incognita più grande, i dati di vendita finalmente saliranno o continueranno a scendere mentre il mercato procede a frazionarsi con un centinaio di titoli in uscita ogni mese? Chi vivrà, vedrà...

venerdì 8 gennaio 2010

UN SAMURAI SVIZZERO


Medium estremamente malleabile, nonostante oltre cento anni di storia il fumetto si dimostra ancora in grado di accogliere innovazioni e sostenere esperimenti. In questa graphic novel ("365 samurai and a few bowls of rice" di Jean-Philippe Kalonji, edizioni Dark Horse, 392 pagine, 16,99 dollari) appositamente realizzata per il mercato Usa, l’artista svizzero (ma nel sua sangue scorrono varie etnie, come nella sua mente alloggiano molte culture) Kalonji rifugge la classica impostazione della tavola e opta per piccole pagine (il formato è quello di un tascabile) di una sola vignetta ognuna. Sorta di mini splash page lungo le quali il flusso narrativo scorre veloce come in un cartone animato (non a caso i balloons sono rarissimi), anche grazie a un tratto pulito ed essenziale, un bianco e nero netto ed elegante. Il protagonista della storia è un ronin che si muove lungo il Giappone feudale, attraversando territori e stagioni, con l’obiettivo di uccidere 365 samurai. Il suo traguardo è ambizioso, anche perché ne cela un altro ancor più difficile da concretizzare. Per sapere se riuscirà nell’intento bisognerà leggere la storia, senza lasciarsi intimorire dal fatto che è disponibile solo in inglese, dopotutto è quasi un lungo film muto, affidato più ai gesti e agli sguardi che non alle parole.

mercoledì 6 gennaio 2010

ROBOT: DAITAN 3







Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, parallelamente all’invasione degli anime sulle televisioni italiane, si sviluppa un’editoria a essi legata. All'epoca, però, a parti alcuni casi limitatissimi (come Il Grande Mazinga e Candy Candy), gli editori italiani preferiscono realizzare i fumetti di quei popolarissimi personaggi in casa, piuttosto che acquistarli dagli editori giapponesi, lontanissimi sia geograficamente sia mentalmente da un'editoria nostrana sempre molto artigianale e talvolta anche raffazzonata. Nascono così una serie di pubblicazioni realizzate da autori italiani raggruppati in piccoli studi e che non firmano le storie. Tra queste vi è anche Noi Super Eroi, da cui è tratta questa storia di Daitan 3 (sì, Daitan, non Daitarn) che posto per il divertimento di chi non ha mai letto quegli albi.

RAY GUN 25


Per chi non lo conoscesse (vergogna!) il personaggio è Dan Dare e la sua ray gun deliziosamente retrò.

SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE! 26


Nel difficilissimo rapporto con gli editori giapponesi, che potrebbe essere spunto per un intero libro è successo anche questo. Con un collega ci si trova a Tokyo per la chiusura di un contratto relativo ai diritti di un manga. Tutto è già stato definito, l'editore italiano ha già firmato, manca solo la firma di quello nipponico. Le nostre controparti locali, però, ci guardano con sguardo un po' preoccupato, e iniziano la conversazione con una frase che non promette niente di buono: “c'è un problema col contratto.” “Sentiamo…”, è la risposta timorosa. “Voi ci avete offerto l'8% di royalties, mentre noi per questa serie chiediamo il 7%. Se non vi dispiace dovreste pagarci di meno.” Io e il mio collega ci guardiamo in faccia, pensando di non aver capito. Invece è proprio così, si scusavano perché volevano meno soldi.

martedì 5 gennaio 2010

LEGGERE


Una bella illustrazione pubblicitaria di John Gannam.

PIGRIZIA


Pazzesco. Ho smesso di aggiornare il blog ad agosto, per la pausa estiva, ripromettendomi di farlo ripartire a settembre, ma giorno dopo giorno ho rimandato la faccenda travolto dai soliti mille impegni e da attacchi di pigirizia. Domani… Domani… Sempre domani… ed è finito un anno. Cercherò di essere più presente in questo 2010 (ma non prometto niente).