giovedì 8 novembre 2007

SPOT 5


È uscito il nuovo numero di Scuola di Fumetto. Tra i tanti articoli, segnalo la scheda su Tadahiro Uesugi, artista giapponese sconosciuto in Italia. Eccone l'incipit, il resto in edicola.

Se un “maestro”, o sensei per dirla alla giapponese, è davvero un artista e una guida, lascia segni profondi nell’arte dei suoi discepoli, anche quando questi ultimi prendono strade completamente differenti. Come nel caso di Tadahiro Uesugi, che a ventotto anni anni è stato assistente di Jiro Taniguchi e che oggi, pur dedicandosi all’illustrazione invece che al fumetto e utilizzando il computer al posto della matita (cosa che Taniguchi non farebbe mai), dimostra di aver assorbito parte della poetica del suo illustre mentore. Nato a Miyazaki (un segno del destino?) sull’isola di Kyushu nel 1966, Uesugi frequenta la la Tokyo Art School, ove studia illustrazione e in particolare fashion illustration. Dopo un apprendistato presso Taniguchi, pubblica i suoi primi lavori sulla rivista Magazine House. Ben presto lascia il mondo dei manga per dedicarsi completamente all’illustrazione. Inzialmente per realizzare le sue immagini prima le schizza con Photoshop, dopodiché le colora a mano con acquerelli, in seguito il processo creativo si svolge completamente in digitale. “Non importa quali strumenti io usi”, afferma lo stesso Uesugi, “ciò che conta per me è riuscire a riprodurre l’immagine che si forma nella mia testa.” Oggi i suoi lavori sono inconfondibili, trattandosi il più delle volte di immagini che fondono due elementi: sfondi accurati e longilinee figure umane, quasi sempre femminili. Che si tratti di verdi prati fioriti, antichi templi giapponesi, moderni edifici occidentali o fermate della metropolitana, gli sfondi occupano la maggior parte dell’immagine, sorta di vasti palcoscenici su cui, minute e silenziose, entrano in scena le eleganti figure umane, spettatrici e attrici al medesimo tempo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mah... chissà perchè non ho mai amato il fumetto "digitale"... io sono ancora per la gomma e la matita...
e poi, un giapponese che lavora col computer :) davvero inusuale...