lunedì 17 settembre 2007

MUMBLE MUMBLE… 2


Mi capita tra le mani il primo volume di Abara, manga fantascientifico di Tsutomu Nihei. Autore che apprezzo molto nonostante una certa illeggibilità. Dopotutto sono stato il primo editor a selezionare le sue serie per una pubblicazione italiana. Nell'introduzione, di poche righe in verità, leggo un po' di cose che mi fanno rabbrividire. Innanzitutto nel trionfale cappello che segnala quanto siano stati bravi (c'è un plurale anonimo) a ideare Manga 2000 (la collana contenitore di Panini che ospita solo manga fantascientifici) l'editor si scorda di dire che in realtà la collana è stata completamente ideata da me, così come sono stato io a selezionare le serie. Ma questo è poco importante, da tempo mi sono abituato al fatto che nel mondo del fumetto c'è spesso e volentieri qualcuno che si prende i meriti degli altri. Inoltre questo spazio è dedicato alle riflessioni sul mondo del fumetto in generale e non alle mie diatribe personali. E infatti ciò che più mi preoccupa è quanto viene dopo. Si dice infatti che “Fin dall'inizio decidemmo di puntare su una fantascienza adulta , più simile a quella occidentale, tralasciando le innumerevoli opere dedicate a robot, mech e via dicendo. I titoli fra cui scegliere, allora come oggi, non erano molti.” Brivido, terrore, raccapriccio, direbbe Cattivik. Le opere ospitate su Manga 2000 per diversi anni sono quanto di più nipponico si possa trovare, nulla a che vedere con la fantascienza di matrice occidentale, se non in rari casi. Inoltre il Giappone è pieno di tali manga affascinanti e avveniristici, altro che pochi (al limite può essere difficile procurarseli, perché bisogna scovarli, intavolare lunghe trattative con gli editori giapponesi, competere con gli editori italiani, ecc.). Qual è quindi il nocciolo della questione di questo Mumble Mumble…? La preoccupazione, tangibile e verificabile, è che spesso le testate a fumetti italiane sono affidate a editor che non le conoscono a sufficienza e che affrontano il loro lavoro senza passione, senza metterci l'anima. Per carità, il risultato potrà essere comunque dignitoso, ma non sarà mai il miglior risultato possibile, se chi tira le redini della testata non sa di cosa parla. Certamente la cosa più importante resta il fumetto, ma quando la collana è una macchina delicata, che assembla serie e autori diversi, che andrebbero accompagnati da redazionali informativi e di approfondimento, il lettore a lungo andare percepisce, anche se inconsapevolmente, un certo fastidio. E la macchina si ingrippa, rallenta, deraglia, si autodistrugge. Con buona pace di chi aveva sudato sette camice per metterla in moto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Autore che apprezzo molto nonostante una certa illeggibilità."

Non è un po' contraddittoria questa affermazione?

Andrea Iovinelli ha detto...

No comment.

Anonimo ha detto...

Ignoranza e presunzione tipica di certi figuri che lavorano attualmente per quell'editore. Condoglianze!