mercoledì 9 gennaio 2008

MUMBLE MUMBLE… 4


Un collega che lavora nel settore manga mi ha inviato una lunga mail in cui esprime alcune perplessità riguardo il mercato dei manga in Italia. Dato che condivido molte delle sue riflessioni, ho deciso di postare una parte del suo intervento (eliminando il suo nome e quello della casa editrice per cui lavora, evitandogli quindi il licenziamento). In seguiti, magari, aggiungerò qualche mio spunto sull’argomento. Buona lettura e riflessione.

Sono piuttosto perplesso riguardo a quelli che percepisco come i cambiamenti avvenuti in questo ambiente negli ultimi 3-4 anni. A parte la nuova perniciosa tendenza a tagliare tutte le spese possibili e immaginabili, anche dove ciò va a discapito della qualità finale del prodotto; a parte questo, ho sempre più la sensazione che le nuove testate manga vengano buttate sul mercato senza una precisa logica o politica editoriale, un po' come viene, sparando nel mucchio, "tanto qualcuno che li compra c'è di sicuro".
Se la scelta di alcune testate è (almeno in parte) giustificata dalla fama in patria e all'estero dei relativi autori, o di questo o quel titolo in particolare, molti altri manga vengono lanciati sul mercato senza che se ne capisca bene il motivo, dato che non sono né originali, né ben disegnati, né particolarmente interessanti, e insomma non si distinguono dai propri simili per nessuna qualità specifica. Vedo che tende a prevalere la scelta di autori già noti, anche quando (come spesso accade) questa notorietà non appare giustificata dalla mediocre qualità delle loro opere.
Vengono acquistati in Italia molti dei titoli di maggior successo che figurano sulle principali riviste-contenitore giapponesi, e questo sembra essere praticamente l'unico criterio di scelta. Recentemente si è vista qualche puntata anche in territori più "scoscesi" (il josei, ad esempio), ma si tratta sempre di tentativi molto timidi e mai supportati da una adeguata campagna pubblicitaria, dunque sostanzialmente inefficaci.
Aggiungiamo a tutto ciò che l'idea di attingere al patrimonio dei manga classici (che restano i migliori, a mio avviso) sembra essere quasi totalmente fuori discussione, ora come ora.
Onestamente, sono un po' perplesso... A volte mi chiedo quale sia la politica editoriale che detta questo tipo di scelte, riassumibili a mio avviso in questo modo: saturare il mercato di prodotti altamente commerciali e ormai inflazionati, spesso indistinguibili tra loro, senza puntare né sulla qualità, né sull'originalità delle singole testate, e senza fare un minimo di campagna pubblicitaria vera per promuovere i propri prodotti, avvicinare nuovi tipi di lettori, o far conoscere i manga anche a quella parte di Italia che sa a malapena cosa sono.
La cosa peggiore è che il risultato di una simile politica è la
nascita di una generazione di lettori ignoranti, privi di memoria storica, nel senso che non hanno idea (non per colpa loro) del fatto che i manga attuali sono in gran parte mediocri riletture di classici che loro neanche conoscono; lettori così, ovviamente, non sono portati a discriminare, nel momento in cui acquistano un manga, e scambiano per nuovi "classici" quelle che sono in effetti brutte copie di titoli assai più vecchi, o allucinanti pastiche che di originale hanno poco o nulla.
Certo, qua e là si vedono ancora delle belle testate, per fortuna; ma si tratta di felici eccezioni in un mare magnum pericolosamente uniforme nella sua mediocrità.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Nella mia modesta conoscenza delle logiche di mercato ho fatto un ragionamento sostanzialmente analogo. Non si vede una strategia di pubblicazione (a dire il vero nemmeno una strategia a livello di "testata"), la ricerca di un minimo standard qualitativo né una coscienza di ciò che si vuole pubblicare e questo è estremamente deleterio. Non sono invece del tutto d'accordo sul guardare con troppa insistenza al passato, bisogna sì pubblicare i grandi classici ma anche stare attenti alle novità del nostro tempo, quantunque sia probabilmente vero che lo standard medio del fumetto giapponese odierno sia inferiore a un tempo.


Paolo Appleseed

Anonimo ha detto...

Cosa si intende quando si parla di "un minimo di campagna pubblicitaria vera per promuovere i propri prodotti, avvicinare nuovi tipi di lettori, o far conoscere i manga anche a quella parte di Italia che sa a malapena cosa sono"? Cioè, lo sappiamo tutti che le case editrici italiane non hanno un potere economico sufficente a permettersi pubblicita sui grandi media di comunicazione di massa. E allora che s'intende con "campagna pubblicitaria vera"?
Aggiungo infine che a me sembra che, per quanto timidi, i tentativi di pubblicare titoli di qualità ci siano stati da più fronti, è la risposta del pubblico a questi tentativi che è deprimente. L'impressione che ho io è che, purtoppo, l'offerta di manga in Italia al momento rispetta ciò che il pubblico italiano medio merita. E a farci le spese sono naturalmente gli appassionati più attenti ed esigenti e quegli editori che preferirebbero invece puntare su titoli di qualità - ammesso che ce ne siano - ma non lo fanno per paura di dover chiudere baracca.

Unknown ha detto...

Condivido il pensiero del tuo collega e mi "conforto". Era da un po' che notavo questo andazzo, ne parlavo in fumetteria ma le risposte non mi convincevano.

Condivido anche l'affermazione di Paolo Appleseed sul fatto di non dovere troppo guardare al passato.

Per quello che riguarda la pubblicità, ho altresì notato che vengono recensiti dei manga in uscita senza nemmeno averli mai letti (credo che siano stati solo sfogliati) da parte del personale di alcune case editrici. Vengono descritti in maniera molto differente e confusionaria rispetto al fumetto vero e proprio. Questo non fa che scoraggiare il collezionista, visto che va ad acquistare il fumetto con un'idea, ma poi una volta letto trova enormi differenze. A me personalmente è capitato diverse volte.

Debris ha detto...

Da non addetto,ma avendo la competenza di farlo per i 30 anni di appartenenza ai fan di Gundam, sarò più esplicito citando anche un caso in cui abiamo un manga di grande livello!!! REQUISITO.
Si tratta,di Gundam Origin...

La Società che lo stà pubblicando in edicola senza la minima accortezza!! Gundam Origin è scambiato da tutti per non essere un'opera che ha alcun valore...lo si mette,quante volte accade nei forum voi non lo immaginate!!! A confronto con il pur interessante manga di Kondo...Quello che era semplice ommaggio a Tomino è considerato il vero manga di Gundam...
Origin,vera grande iscrittura dell'opera di Tomino realizzata riprendendo in mano i testi,i canovacci su cui Tomino e il suo staff hanno lavorato,ovvero le fonti!! Recuperando l'originalità di Gundam,mediata dall'arte e dal pensiero e dall'esperienza di un grande mangaka riconosciuto come è oggi Yas, ma che all'epoca è stato il characther design della serie ha inventato dal nulla tutti i personaggi della serie e realizzato i Tre film di Gundam 0078 ergo quello che dice non è mica tutto campato per aria!!

Riesce,vuole spiegare questo la nota società ??

NO!! La nota socieà che detiene i diritti di Origin non lo spiega!! Continua a emettere comunicati che esaltano la bellezza di Gundam origin senza spiegare perchè è bello e grande e straordinario!!!!

Chiacchiere al vento.
Tutto è lasciato ai fan!

Anonimo ha detto...

Ma per proporre grandi classici si intende la 2milionesima ristampa di Dragonball che vende tanto e quindi spacciamolo come tale (ah beh, quelli si che erano manga accidenti: still on namecc, mica quelli di oggi) o un grande classico a caso ma che al giorno d'oggi non apporterebbe un volume di vendite decente e quindi verrebbe comunque ignorato (aka "grande idea! pubblichiamo grandi classici, ma solo se vendono"). Ah, c'è da dire che l'idea di "grande classico che per è forza superiore" mi sembra alquanto stupida, limitante e da sola imho riesce a mettere in evidenza proprio una delle cause dei problemi del panorama editoriale italiano in ambito di fumetto giapponese: se chi è del mestiere è un "anziano", suvvia lasci un po' di spazio *anche* ai giovani perché in Italia sono sempre quelli dai tempi di Granata Press, solo sparpagliati. Non propinateci quello che secondo il vostro insindacabile giudizio è meglio, ovvero questi fantomatici grandi classici, perché quelli sono meglio per voi. Tirate su l'ancora, il mondo va avanti mica dobbiamo rimanere ai bei vecchi tempi andati di quando "ah quanto erano belli i vecchi tempi". E soprattutto si dovrebbe smettere una buona volta di dare le colpe di tutti i mali ai lettori: il lettore medio italiano si è adeguato al comportamento degli editori per cui prendetene atto e fate delle scelte *vere* che siano coraggiose e *sensate* (dove per sensate si intende non raggiungere l'estremo opposto di pubblicare qualsiasi cosa per fare massa), ma per favore non si tiri vuori il solito, tipico, trito e ritrito conservazionismo di italica editoria.