mercoledì 23 febbraio 2011

MUMBLE MUMBLE… 23: FUMETTI DI DESTRA O DI SINISTRA?

Qualche tempo fa la rete ha ospitato innumerevoli interventi riguardo la presunta appartenenza di Corto Maltese alla destra, suggerendo addirittura una sua affinità col fascismo. L'argomento, in realtà, non mi interessa per nulla, dato che mi sembra una stupidaggine (altri, più titolati di me, hanno evidenziato come nelle storie di Corto fossero disseminati dettagli antifascisti). Più interessante, sempre a mio avviso ovviamente, mi sembra il discorso generale, sulla militanza politica di personaggi e autori. Quasi sempre, quando si definisce un personaggio dei fumetti di destra o di sinistra si alzano gli scudi di autori ed editori, pronti a etichettarlo come "apolitico". Un atteggiamento che ritengo dovuto principalmente a due fattori. Primo, il fumetto in Italia si porta ancora appresso il fardello di essere un medium per bambini (quindi da tenere lontano dalla politica). Secondo, si ha sempre paura, "posizionando" il personaggio di perdere lettori. Ovvero, dichiarando che il personaggio Pinco Pallino è di sinistra, si perderanno i lettori di destra, dichiarando che è di destra si perderanno quelli di sinistra. Sinceramente mi sembra che tale tipo di atteggiamento riveli una scarsa considerazione dell'intelligenza dei lettori e una scarsa maturità politica del Paese, che in effetti negli ultimi anni ha visto molti politici scagliarsi contro gli avversari bollandoli come il male assoluto, piuttosto che come portatori di valori diversi dai propri. Personalmente pur essendo di sinistra non ho nessun problema a leggere fumetti aventi quali protagonisti personaggi idealmente di destra, così come non mi faccio problemi a leggere romanzi o visionare film portatori di valori diversi dai miei. Dopo la lettura potrò non trovarmi d'accordo con la loro visione del mondo o di fatti specifici, ma non "chiudo la porta" prima di aver "guardato cosa c'è nella stanza". Credo sia uno dei principi cardine della democrazia, la libertà delle opinioni e il confronto tra le stesse. Certamente da tale discorso escludo gli estremismi e le violenze: se un autore professa lo sterminio degli ebrei butto nel cestino delle immondizie la sua opera (fumetto, romanzo, o film che sia), ma si tratta di casi "di confine". Tuttavia, quello che a me sembra normalità, anzi ricchezza visto che preferisco la pluralità delle opinioni, continua a essere visto con sospetto dal mondo dell'editoria. Faccio un paio di esempi concreti vissuti in prima persona. Qualche anno fa lavorando per un grosso editore al progetto di un collezionabile dedicato a Tex, si ipotizzò un intervento di Sergio Cofferati (che pubblicamente aveva più volte dichiarato di amare il personaggio), ma l'editore in questione trovò la scelta "pericolosa": troppo di sinistra. In tempi più recenti ho pensato di coinvolgere Michela Brambilla (nota animalista) in una pubblicazione legata agli animali ma anche in questo caso l'appartenenza politica si è rivelata un ostacolo. Insomma, pare che secondo molti i fumetti non abbiano le spalle abbastanza larghe per reggere il peso della politica. Vista la scarsa qualità della politica italiana di questi tempi, invece, credo che l'apporto di qualche imput dal mondo del fumetto potrebbe portare una ventata di novità e civiltà. Perché, ricordiamolo, non sempre i fumetti sono "cose per bambini".

1 commento:

Debris ha detto...

Non credo vi siano fumetti "a politico", nel senso che non esprimano una visione sullo stato della "Polis", e non deve essere per forza quello del loro autore, che la matita come la penna tradisce l'intenzione, diciamo che vi sono editori che vorrebbero non aver guai. In genere tutte le opere dell'uomo trasmettono un concetto culturale, latu sensu politico, le commedie di Petrolini sono da sempre citate come il primo vero esempio di antifascismo italiano, e si rideva tantissimo...

Che l'avvversario sia il "male assoluto" è un portato dell'attuale tecnica dello scontro politico una tecnica mutuata dal linguaggio della TV, facilissimo a gestirsi, difficilissimo da eliminare...La realtà non si cambia come un telecomando.
Non è nata in Italia, consoliamoci, non è diffusa solo in Italia, in cui pure ha il suo apice culturale, la Gran bretagna,dove è nata con Blair, gli USA, Istraele..

Le sue basi e la sua origine, sono spiegate in un libro Politica Pop, poco noto, ma che consiglio, un libricino apre un mondo.