mercoledì 3 ottobre 2007
ROBOT 5
- Papà? - chiese Mary.
Non rispose, perché guardava la propria immagine riflessa dallo specchio. E la ferita alla gola. Non aveva la vista chiara, ma come formata da strati separati. In uno vedeva del normalissimo sangue. Nell'altro...
- Papà? - La ragazza sembrava allarmata.
- Sto bene - disse. Gli strati si erano divisi, ora. Carter sentì sua figlia tornare in camera da letto, mentre lui restava a guardare l'olio brunastro che usciva dalla ferita e si spandeva sul pavimento.
All'improvviso, con un brivido, prese una tovaglia dalla rastrelliera e la premette sulla ferita. Non sentiva nessuna specie di dolore. Tolse l'asciugamani, e prima che l'olio gorgogliante tornasse a impedire la visione, scorse nella ferita una serie di tubicini rossi sottili come cavi.
Robert Carter tremò, gli occhi sgranati dallo shock. Per reazione gettò via l'asciugamani, e ciò che vide furono cavi e metallo.
(Richard Matheson - Deus ex machina, Deus ex machina,1964)
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