“Unknow? È un nome strano… suona come sconosciuto”, commenta il suo interlocutore. “Infatti! Sono in pochi a conoscermi”, risponde il protagonista. È schivo Unknow, sa bene che per chi svolge il suo lavoro la luce dei riflettori è rischiosa. Già, ma qual è il suo lavoro? Ex ufficiale della legione straniera, ha combattuto nell’Indocina francese, partecipato a guerre e guerriglie in ogni angolo del mondo, si è messo al servizio del miglior offerente. È insomma un mercenario, un uomo che combatte per denaro. Si definisce apolide, ha passaporto americano ma talvolta lo chiamano “lo svedese”, si muove con la medesima disinvoltura tra i monumenti romani come tra le viuzze di Marrakech, mangia kuskus ma anche spaghetti, è di casa in Africa come in Sud America. A guardarlo, di primo acchito non gli si da molto credito: fisico asciutto, barba di qualche giorno, abiti stropicciati, scarsa propensione a cacciarsi nei guai. Ma quando arriva il momento di tirare fuori le unghie non si fa pregare: veloce e spietato sa come fare male, dove colpire, come evitare gli affondi altrui.
Il lettore lo incontra per la prima volta nel1976, sugli albi delle Edizioni del Vascello, sei numeri formato pocket che all’epoca vengono catalogati come pornografici. In realtà contengono solo una manciata di scene di sesso, al contrario molta azione, trame adulte e parecchio cinismo. Alla creazione del personaggio e alla stesura della sua prima storia collabora anche Francesco Guccini. Racconta Magnus riferendosi al cantautore: “mi ha dato una gran mano, ma tutto era già partito da mie strade marocchine, dove avevo conosciuto degli insabbiati, anche se di maggiore età… Lui aveva un ritmo spezzato, mentre per esperienza sapevo che si doveva costruire tutta quanta la storia. In seguito non ci siamo più visti, anche perché era talmente basso il compenso per lo Sconosciuto che non avevo un soldo da dargli.” Magnus riprende quindi il controllo completo della propria creatura di carta, il cui destino finale non è dei migliori. A Beirut lo raggiungono due proiettili, ironia della sorte sparati da un ragazzo che cerca di salvare. Spirando, i suoi ultimi pensieri sono per una fanciulla di Marrakech con cui è stato scortese.
IL RITORNO
Nelle intenzioni dell’autore Unknow è molto e sepolto, ma i suoi lettori più affezionati non la pensano così. È il collega e amico Bonvi, all’anagrafe Franco Bonvicini, il primo a reclamare il ritorno sulle scene del personaggio. Nel 1981 lo vuole infatti sulle pagine di Strisce e Musica, inserto del quotidiano bolognese Il Resto del Carlino. Magnus non intende, almeno per il momento, resuscitare il personaggio, così opta per delle storie brevi in cui Unknow riveste solamente il ruolo di narratore. “Una partita impegnativa” e “Il volo el Lac leman”, questi i titoli, sono quasi racconti di cronaca, reportage a fumetti popolati da trafficanti e terroristi, privi di lieto fine.
La “rinascita” avviene un anno dopo, nel 1982, quando Luigi Bernardi, direttore della imminente Orient Express, rivista dedicata al fumetto d’autore made in Italy, vuole fortemente Lo Sconosciuto, sin dalla copertina. Così, nella storia “Full Moon in Dendera”, Unknow rispunta al Cairo, in Egitto, dopo una complessa operazione che lo ha riportato alla vita, ma che non viene raccontata in tale storia bensì nella breve “La fata dell’improvviso risveglio”, apparsa solo sul decimo numero del magazine. A quella segue un'altra storia lunga, “L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara”. Il nuovo Unknow si è evoluto rispetto al primo, il disegno si è fatto molto più ricco e preciso e, a conti fatti, il personaggio non è più il vero protagonista delle storie che vive, ma quasi uno spettatore, un semplice ingranaggio di un meccanismo narrativo assai più complesso. La sua vita editoriale sembra definitivamente conclusa quando, a sorpresa, nel 1996 appare sulle pagine della rivista Comix l’episodio breve “Nel frattempo”. In quest’ultimo capitolo, mentre tutto sembra disgregarsi attorno a lui e la compagnia di mercenari per cui lavora cade sotto i colpi di un’inchiesta governativa, Unknow appare per la prima volta sorridente. Nell’ultima vignetta si incammina felice in mezzo a una nevicata natalizia, inconsapevole che l’imminente scomparsa del suo creatore lo porterà nuovamente nell’oblio, questa volta per sempre.
ANNI DI PIOMBO
Sebbene personaggio immaginario, Unknow vive nel mondo reale. Le sue storie sono ambientate nel contemporaneo e si intrecciano con fatti, situazioni, talvolta anche persone realmente esistiti. Così, nella prima serie, durante il suo soggiorno romano si ritrova immerso negli anni di piombo del terrorismo nostrano. In Medio Oriente, invece, assiste allo scontro tra palestinesi e israeliani. Il nuovo ciclo di storie lo porta in Sud America, tra traffici di droga e rivoluzioni fallite, ma anche in un Egitto pericoloso, tra rapimenti e scontri a fuoco. È un mondo duro e violento, quello che fa da palcoscenico alle sue vicende, ma ciò che più spaventa è che si tratta del mondo reale, cinico e spietato molto più di lui che, in fondo, cerca solo di sopravvivere in luoghi ove il detto “homo homini lupus” è più vero che mai. Di fronte a politici corrotti, ricchi indifferenti, militari privi di scrupoli, un mercenario che cerca solo di portare a casa la pelle fa quasi tenerezza.
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