venerdì 17 gennaio 2014

BUON COMPLEANNO, POPEYE


“I yam what I yam an' tha's all I yam!” (“Io sono quello che sono e questo è tutto quello che sono!”), con queste parole Braccio di Ferro si presenta al proprio pubblico 85 anni fa, facendo subito intendere che non è tipo da piegarsi alle convenzioni e per nulla desideroso di apparire differente da ciò che è. Ma chi è Braccio di ferro? La sua prima apparizione avviene come comparsa all'interno della serie Thimble Theatre. Il protagonista Castor Oyl decidere di compiere un viaggio verso l'Africa e deve as soldare un marinaio che conduca la nave. La sua scelta cade proprio su Popeye, un tipo magrolino, dall'occhio guercio e dal linguaggio quantomeno traballante. Ma il personaggio ha troppe potenzialità perché l'autore Elzie Crisler Segar non continui a sfruttarlo, così dopo altre veloci apparizioni Braccio di Ferro diventa il vero protagonista della serie, che ben presto acquisisce come nuovo titolo il suo nome. Esuberante e irascibile, Braccio di Ferro è sempre pronto a mollare sganassoni, per la cui formidabile potenza Segar trova la giustificazione degli spinaci, di cui il personaggio si ciba in continuazione. Nel corso di lunghe avventure, portate sulla carta con un tratto solo apparentemente sgangherato ma in realtà geniale nella sua efficacia, il cast di personaggi si allarga. Entrano quindi in scena il padre Braccio di Legno, il figlioletto adottivo Pisellino, il mangione Poldo e molti altri, ognuno fortemente caratterizzato e destinato a supportare tormentoni ricorrenti.
Verso la metà degli anni Trenta arrivano anche i cartoni animati dei fratelli Fleischer. È in questa occasione che nasce il principale avversario di Braccio di Ferro: Bluto, poi ribattezzato Brutus, un un tipaccio barbuto che cerca di portare via la fidanzata Olivia a Braccio di Ferro, e che finisce sempre per buscarsi un sacco di cazzotti da quest'ultimo.
Alla prematura scomparsa di Segar, avvenuta nel 1938, la striscia di Popeye passa nelle mani di diversi artisti, fino a quando non si comprende che il più idoneo a continuarla è Bud Sagendorf, dal 1931 già assistente dello stesso Segar, che ammorbidisce il tratto e rende le storie più famigliari. In Italia il personaggio arriva nel 1935, pubblicato sulle riviste Cine Comico, Jumbo, Audace, ecc. Nel corso dei decenni sono molti gli editori che danno spazio alle sue storie, mentre tra gli anni Sessanta e Novanta le Edizioni Bianconi sviluppano una fiorente produzione nostrana, affidata ad artisti come Alberico Motta, Pierluigi Sangalli, Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni.

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