Dopo una quarantina d’anni passati a leggere fumetti (e non solo) trovare qualcosa che mi colpisca non è facile. Non che manchino i buoni fumetti (anzi, sono più di quelli che riesco a leggere), ma mi risulta difficile imbattermi in qualcosa che mi sorprenda, che mi dia quella scarica emotiva che magari provavo da ragazzino scoprendo un nuovo personaggio o un nuovo autore. “Colpa” mia, certamente, che ormai ho già letto moltissimo. “Colpa” di internet, grazie al quale sappiamo tutto su un fumetto prima ancora che esca (rovinandoci la sorpresa). “Colpa” degli editori che preferiscono battere strade consolidate piuttosto che avventurarsi per sentieri oscuri (e come dargli torto, con la crisi attuale?). Comunque sia, difficile emozionarsi di fronte a qualcosa di nuovo. Si badi bene, non cerco il capolavoro, il fumetto più originale di tutti i tempi, il fenomeno editoriale del secolo. Cerco semplicemente un fumetto che mi faccia provare quella piccola gioia che nasce dalla lettura di qualcosa di bello e un po’ inaspettato. Il piacere di sfogliare le pagine una dopo l’altra col desiderio di leggere la successiva, il piccolo dolore che si prova chiudendo l’albo perché è finito ma si vorrebbe continuasse. Piaceri semplici, che si possono trovare in storie semplici, in disegni essenziali, in fumetti sussurrati, quasi elementari nella composizione delle tavole e nel tratto, eppure, anche per questo, incantevoli. In questi giorni di afa estiva, queste piccole emozioni, gradevoli come un bel sorso di latte e menta, sono arrivate dalla scoperta di Eleonora Antonioni (eleonora-antonioni.blogspot.it), che mi permetto di catalogare con l’orrida definzione di “giovane promessa”. Eleonora si scrive, disegna e stampa da sola, in perfetto stile fanzine (quanti ricordano cosa sono?), l’albetto “Biciclette”, un fumetto dai disegni genuini, immediati, che ruota attorno a semplici questioni quotidiane, in particolare alla decisione di acquistare un bicicletta. Ci conduce quindi per mano con lei nella scelta del mezzo, con un entusiasmo che ci fa venire voglia di saltare in sella a nostra volta. Sarà un segno del destino, ma proprio un mesetto fa ho recuperato la bici che utilizzavo da bambino (e che non vedevo da almeno 25 anni) e quel bolide rosso mi ha fatto venire un gran voglia di sistemarlo e di pedalare nuovamente veloce come il vento. Lo stesso desiderio che ho provato leggendo “Biciclette”. Per un fumetto mi sembra un gran traguardo…
1 commento:
Sotto casa mia, in piena Milano, ha appena aperto uno strano negozio ecologico-funzionale "Bici & radici" che farebbe felici te e Adri... la bottega del verde e del pedale (http://www.peacelink.it/pace/a/36308.html)
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