La parola scansafatiche è probabilmente la più adatta per descrivere Beetle Bailey, un soldato americano che passa la maggior parte del proprio tempo a evitare marce, corvée e, soprattutto, il burbero sergente Orvil Snorkell e la sua mascotte Otto, un piccolo cane in divisa. Le strip di Beetle Bailey vengono disegnate da Mort Walker dal 1950.
2 commenti:
caro davide, complimenti per il blog (molto bn riuscito) e per la tua passione (che ho anche io, che amo disegnare fumetti)
volevo chiederti chiarimenti riguardo a un fumetto (tu sei famoso per essere un esperto di manga) : si tratta di make 5 wishes... è stato definito manga, ma a me nn sembra proprio... i disegni non sono per niente curati e mi ricorda invece lo stile delle band dessinèe... (tipo wonder city, per quanto riguarda i volti) ... tu cosa ne pensi?
attendo risposte, grazie per l'ascolto
Ciao,
la discussione su cosa è manga e cosa no sarebbe molto lunga, diciamo che Make 5 è una via di mezzo... Comunque, allego sotto una piccola recensione che avevo scritto quando è uscito il primo volume. Grazie per la gentile mail.
Bye.
MUSIC MANGA
Quando Oriente e Occidente si incontrano
Da parecchi anni, ormai, i manga influenzano anche fumettisti non giapponesi, portando alla nascita di stili ibrido che attingono a piene mani agli stereotipi grafici e alle tecniche di sceneggiatura del Sol Levante. In verità, il più delle volte i risultati non sono entusiasmanti, ma talvolta qualche giovane autore riesce a far tesoro di quanto appreso e a mediare saggiamente tra Oriente e Occidente. È quanto accade in questo Make 5 Wishes, che sfruttando la popolarità della cantante Avril Lavigne (che in realtà non è un personaggio, ma una sorta di amica immaginaria della protagonista), racconta la storia di Hana, una ragazzina che si ritrova tra le mani un diavoletto in grado di esaurire cinque suoi desideri. Lo spunto è vecchio come la narrativa e quindi ampiamente sfruttato, ma gli autori sanno comunque gestirlo con grandi capacità, concentrandosi soprattutto sul mondo adolescenziale di Hana e sulla sua indecisione che oscilla tra egoismo e altruismo. Colpisce il disegno, che abbina tipici elementi nipponici (occhioni, primi piani, gestione delle emozioni) con un bell’uso del colore. L’esperimento, insomma, sembra ben riuscito e se ci si dimentica di Lavigne (il cui nome campeggia in copertina senza motivo, dato che per sua stessa ammissione non ha fatto nulla), il volume (lussuoso e arricchito da informazioni e sketchbook) vale l’acquisto e la lettura.
CAMILLA D’ERRICO & JOSHUA DYSART, Make 5 Wishes, DeAgostini, 9,90 EURO
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